Com’è iniziato l’a.s 2024/25? Doveva essere l’anno in cui potevano iniziare ad essere sanate alcune criticità . E invece anno nuovo e soliti problemi, aggravati da ulteriori ‘disguidi’. Condensare ciò che non va nella scuola italiana è arduo ma possiamo riassumere il tutto con le problematiche più dibattute: il primo concorso PNRR, che doveva concludersi in tempi più celeri, è invece ancora in corso e non è detto che rispetti la timeline del 10 dicembre 2024; molti precari (sia docenti che ATA) ancora inoccupati e delusi da un sistema di reclutamento che non sembra funzionare; cattedre ancora scoperte al 3 ottobre 2024; stipendi che ritardano anche per i neoimmessi in ruolo. Facciamo il punto della situazione.
Primo concorso PNRR: qualcosa non funziona
Partiamo dal primo concorso PNRR. Doveva rappresentare la svolta in questo ‘nuovo’ sistema di reclutamento che avrebbe dovuto iniziare a sanare il precariato. Fin da subito è stato segnato però da ritardi e lungaggini, che hanno portato ad aggiustamenti della timeline delle immissioni in ruolo dalle graduatorie di merito che ne scaturiscono. L’ultimo intervento, come noto, vuole la chiusura delle procedure assunzionali entro il 31 dicembre 2024, ma già si intuisce come per alcune classi di concorso in alcune regioni i calendari delle prove orali si protrarranno al 2025 facendo slittare le immissioni in ruolo. Come se non bastasse emergono ‘modus operandi’ discutibili da parte di alcuni Usr (pensiamo alla Lombardia e al Veneto) da parte dei quali si è assistito alla conferma sulla cattedra sia ai supplenti che avevano contratto al 31 agosto sulla stessa classe di concorso e nella stessa regione per i quali sono risultati vincitori, sia ai precari con supplenza ‘fino ad avente diritto, riducendo di fatto, in questo modo, la scelta delle sedi scolastiche agli altri vincitori.
Precari senza supplenza e cattedre scoperte
Quest’anno, in base alle testimonianze che emergono sul web, molti docenti precari che fino all’anno scorso erano riusciti a conseguire sempre supplenze si ritrovano, allo stato attuale, ancora inoccupati. Colpa non solo del tanto odiato algoritmo ma anche di graduatorie che si sono arricchite di nuovi aspiranti entrati col nuovo aggiornamento, di novità come (per le Gps) la riserva di posti garantita a coloro che hanno svolto il servizio civile universale e l’addio alle Mad a favore di un interpello che non sembra sortire i risultati sperati.
Il problema dei precari senza supplenza sembra collimare con l’altrettanto importante problema delle cattedre scoperte: perchè non vengono coperte da chi è al momento senza lavoro? Tutto ruota intorno ancora una volta al concorso PNRR e ai posti accantonati, sui quali andrebbero assegnate supplenze ‘fino ad avente diritto’ che molti precari sono restii ad accettare temendo di vedersi chiudere il contratto da un momento all’altro. Senza contare i ritardi nelle nomine da Gps ancora in alcune province.
Il nodo degli stipendi
Infine un focus non può che essere posto anche sulla questione dei ritardi negli stipendi, che da sempre coinvolgono i supplenti brevi, ATA e docenti, che si ritrovano a vedere il primo accredito a volte anche dopo 3/4 mesi. La problematica è stata più volte portata all’attenzione del Ministero che si era impegnato a risolvere i disguidi che sono stati imputati ad un iter burocratico troppo intricato e farraginoso. Ma a quanto pare, in questo nuovo anno scolastico, il problema ha coinvolto anche alcuni docenti neoimmessi in ruolo e insegnanti nominati da Gps con contratto al 31 agosto o 30 giugno già dai primi giorni di settembre, che non si sono ancora visti accreditare il primo stipendio, nemmeno con l’emissione straordinaria datata 26 settembre.