In merito alla questione della selezione in ingresso dei nuovi percorsi abilitanti è emerso nelle scorse ore, tramite l’informativa riportata ai sindacati, che non ci sarà alcuna preselettiva laddove le domande dovessero eccedere i posti. Nel decreto attuativo saranno al contrario previsti dei criteri selettivi sulla base di una tabella titoli con cui le università andranno a graduare gli aspiranti. Verranno dunque stilate delle apposite graduatorie. A fare la differenza saranno dunque gli anni servizio, eventuali dottorati o altri titoli in possesso dei docenti partecipanti. Questa modalità favorisce i precari che già hanno alcuni anni di servizio alle spalle ma penalizza i neolaureati e i laureandi, tra i quali si sta diffondendo un ampio malcontento.

Selezione in ingresso: una soluzione di mediazione

La tematica della selezione in ingresso ai percorsi abilitanti è stata toccata anche oggi nel corso della diretta di Orizzonte Scuola, durante la quale Caterina Bufanini, esperta di normativa scolastica, ha così commentato: “Sicuramente la selezione sulla base di titoli e servizi, e non sulla base di una prova, va a mettere in difficoltà coloro che non hanno annualità di servizio nella scuola pubblica, e a maggior ragione coloro che sono ancora all’interno del percorso accademico che si apprestano a concludere. C’è da dire che questa soluzione è stata trovata per trovare una mediazione rispetto a chi, a fronte degli anni di servizio, era in attesa da tempo di una procedura abilitante. Sicuramente c’è una fazione che rimane scontenta e che ha un trattamento di sfavore. La volontà è stata comunque quella di mediare.

Sarebbe stato possibile trovare una soluzione che avrebbe messo d’accordo tutti i precari?

Va detto che, con 2 anni di ritardo, organizzare una preselettiva a stretto giro della partenza dei percorsi abilitanti poteva essere impensabile. Il malcontento dei neolaureati e laureandi, che speravano di poter prendere parte a questi corsi, si fonda sostanzialmente su una richiesta (ormai inattuabile) in base a quanto apprendiamo dalle lamentele avanzate sui social: attuare una selezione mista in stile TFA Sostegno, dove ci sono sia prove di accesso, sia una valutazione dei titoli. Un modo, questo, per dare il giusto riconoscimento che merita l’anzianità di servizio ed eventuali ulteriori titoli di studio (master, dottorati, ecc.). Ciò che viene obiettato è come una selezione per titoli e servizi, come quella che verrà messa in atto, potrebbe alimentare ulteriore precariato.