L’abuso dei contratti a termine è una delle tante piaghe che affliggono il mondo scolastico. Il Governo, grazie alla legge di conversione del c.d decreto Salva-infrazioni, già approvato dal Parlamento in via definitiva, ha riconosciuto la possibilità di poter ricevere un risarcimento, previo ricorso, alla luce dei continui solleciti operati dalla Commissione Europea. Il sindacato Anief da anni si batte per sanare la reiterazione di contratti a termine portandosi a casa ora un’importante vittoria: una ricorrente iscritta al giovane sindacato si è vista riconoscere la somma di oltre 40 mila euro. Di seguito i dettagli.
Ricorso abuso contratti a termine: la vicenda
Il Tribunale del Lavoro di Perugia, con la sentenza n. 506/2024, si è pronunciato con sentenza favorevole su una controversia riguardante l’illegittimità della reiterazione di contratti a termine. La ricorrente vittoriosa, patrocinata dagli avvocati Walter Miceli, Fabio Ganci, Melissa Cogliandro e Francesco Cerotto, è una docente che per 22 anni (dal 1999 al 2021 per esattezza) si è vista reiterare contratti di supplenza per l’insegnamento della Religione Cattolica, alla luce anche della mancata indizione di un concorso per 20 anni. Le normative per le quali è stata lamentata la violazione sono l’art. 36 del d.lgs. 165/2001 e la direttiva europea 1999/70/CE.
Il risarcimento riconosciutole è pari a 41.114,72 euro, calcolato sulla base dei criteri introdotti dal Decreto-Legge 131/2024, che ha aggiornato le regole sui rimborsi per abuso di contratti a termine nel settore pubblico. Il tribunale ha stabilito un indennizzo di 16 mensilità  dell’ultima retribuzione globale, tenendo conto della durata complessiva del rapporto di lavoro, della continuità dei contratti e della gravità della violazione, oltre che del disagio subìto dalla docente.