stabilizzazione precari
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Quella del precariato è una piaga che la scuola si trascina da anni. E l’abuso dei contratti a termine è ormai cosa nota. A portare alla ribalta la questione è stata la recente notizia del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea proprio a causa di questo reiterato ‘modus operandi’ in ambito pubblico. Inevitabile è quindi la necessità che, intanto con riguardo al comparto scolastico, si adottino urgenti misure finalizzate alla stabilizzazione di tutti i precari, docenti e ATA. A rimarcare questa esigenza è stato nei giorni scorsi il Comitato spontaneo ‘Evoluzione ATA’.

Stabilizzazione precari scuola: dati ancora troppo elevati e sempre maggiori criticità

In risposta al deferimento dell’UE per abuso di contratti a termine il Ministro Valditara ha dichiarato: “Prendo atto della decisione della Commissione europea che ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia europea perché si riducano le condizioni per il ricorso dei contratti a termine e affinché i docenti precari abbiano gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo, in nome di una piena parificazione dei diritti. Abbiamo sottoposto da tempo alla Commissione la necessità di rivedere il sistema di reclutamento dei docenti italiani previsto da un’intesa fra la Commissione e il precedente governo, superando le rigidità della riforma PNRR che creano un’oggettiva discriminazione a danno dei docenti precari e non tengono conto dei numeri del precariato che sono cresciuti negli scorsi anni. Attendiamo quindi fiduciosi che la parificazione dei diritti possa essere estesa ora anche alle forme di reclutamento.” Queste le parole del ministro, che ha anche precisato di essere venuto a conoscenza della procedura d’infrazione avviata nel 2019 lo scorso 3 ottobre.

‘Evoluzione ATA’ ha voluto sottolineare in merito come, in realtà, l’abuso in oggetto risale ben prima del 2019, come testimoniano le sentenze della Corte di Giustizia Europea che hanno sempre evidenziato come la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola sia contraria al diritto dell’Unione (vedasi la Sentenza nelle cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-418/13 Raffaella Mascolo ed altri contro il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Si tratta quindi di una problematica che si trascina da troppo tempo e che ora necessita di un concreto intervento, a fronte di dati che parlano di oltre 160 mila precari (tra docenti e ATA).

Il comitato ha poi colto l’occasione anche per porre l’attenzione di altre problematiche che meritano attenzione e risoluzione: dai ritardi nei pagamenti dei supplenti brevi al ripristino dell’organico aggiuntivo ATA, alla luce anche della carenza di personale che le scuole stanno registrando e delle responsabilità aggiuntive poste a carico dei collaboratori scolastici in tema di cura dell’igiene personale degli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria e della sempre più numerosa platea di alunni con disabilità.