Intorno al primo concorso del PNRR continuano le polemiche nei confronti di prove scritte, a detta di molti partecipanti, estremamente facili e fattibili anche da parte di chi aveva prestato poco tempo alla preparazione. Non a caso la percentuale degli ammessi alla prova orale è decisamente alta: si parla di 242.509 ammessi contro solo 44 mila posti a bando. I ‘rumors’ hanno portato il Ministero a replicare nelle scorse ore, mettendo in evidenza la superficialità con cui sono state giudicate le prove scritte, e sostenendo che i test sono stati realizzati “per selezionare i migliori“. Ma il malcontento non si è arrestato qui. Ne è seguito infatti nelle scorse ore anche il commento del sindacato Anief.
Alto numero di ammessi all’orale, Anief: “Cosa c’è da meravigliarsi? Focus su altro dato”
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha voluto porre il ‘focus’ su un altro aspetto. A sorprendere non dovrebbe tanto essere l’elevato numero di candidati ammessi all’orale (che si avvicina al 90%), tra cui ci sono docenti con tanta esperienza alle spalle oltre che con molta formazione. L’interrogativo dovrebbe essere spostato sulle motivazioni che hanno condotto il Ministero ad avvalersi solo di una procedura concorsuale per immettere in ruolo, anzichè assumere anche dalle Gps oltre che quegli insegnanti risultati già idonei a precedenti concorsi. Di seguito le parole del sindacalista:
“Anief è dell’avviso che si sta spostando l’attenzione su un dato che non meraviglia considerando che si tratta in alto numero di candidati non solo con esperienze di scuola alle spalle, ma quasi sempre con corsi svolti post laurea e specializzanti spesso di tipo psico-pedagogico. Considerando che anche la presenza alle prove scritte di precari idonei di altri concorsi tra coloro che hanno svolto le prove risulta molto alta, viene da chiedersi cosa c’è da meravigliarsi se poi hanno in alto numero superato la prima prova.
Sarebbe il caso di focalizzare l’attenzione su un altro dato: era proprio indispensabile impegnare questi insegnanti in altre prove per assumerli in ruolo? Non bastava l’esperienza sul campo e l’idoneità ottenuta nelle precedenti procedure selettive, anche straordinarie? Perché non sono tati stabilizzati direttamente utilizzando le Gps o dalle graduatorie di merito? Tra l’altro – conclude Pacifico – questo ostinarsi a non immettere in ruolo direttamente dalle graduatorie provinciali per le supplenze e dalle graduatorie di merito sta producendo, oltre che una spesa collettiva non indifferente, anche il fondato rischio di non fare in tempo ad assumere i vincitori del concorso docenti collegato al Pnrr entro il prossimo 31 agosto per quindi immetterli in ruolo dal 1° settembre 2024”.