Non si placa la rabbia di tutti quei docenti precari che non sono riusciti ad ottenere una nomina dalle Gps. E ancora una volta ad essere accusato è l’algoritmo. La procedura informatizzata, così come è impostata allo stato attuale, non piace. Ma è soprattutto sull‘impossibilità di partecipare ai turni successivi dei bollettini che si sta incentrando l’attenzione, facendo partire ricorsi nelle aule dei Tribunali del Lavoro. Gli anni scorsi non sono mancate anche vittorie da parte di alcune ricorrenti. Di seguito i dettagli.
Algoritmo, al via i ricorsi: chi può partecipare?
In prima linea nell’avvio dei ricorsi troviamo il sindacato Anief, dal quale si apprende che oggetto dei ricorsi è l’ottenimento del risarcimento del danno economico e il recupero del punteggio di servizio perso a seguito del ‘modus operandi’ dell’algoritmo, contestando l’ordinanza ministeriale n. 88/2024 nella parte in cui considera rinunciatari sulla classe di concorso d’iscrizione i docenti che, rientrando nel turno di nomina effettuato dall’algoritmo, non hanno ottenuto nessuna supplenza per carenza di sedi espresse. Legittimati a partecipare alle citate iniziative processuali saranno solo i docenti delle Gae e delle Gps, che hanno presentato a suo tempo l’istanza delle 150 preferenze e sono rimaste ‘vittime’ dell’algoritmo nell’attribuzione delle supplenze.
Nel frattempo, in sottofondo, non mancano anche le richieste di coloro che vorrebbero tornare alle nomine in presenza, nel periodo antecedente all’esistenza delle Gps, in nome di una trasparenza che oggi sembra oscurata da una procedura, almeno nelle apparenze, lacunosa e discriminante.