Anche quest’anno si assiste alla sconfitta dell’algoritmo nelle aule di tribunale. Il caso frequente che domina le nomine da Gps è quello di docenti che si vedono scavalcare da colleghi situati in posizione inferiore nella graduatoria e senza riserve di cui poter beneficiare. L’ultima vicenda ha coinvolto una docente della classe di concorso A028, la quale, rivolgendosi ai legali della Uil Scuola Lombardia, ha presentando ricorso portando a casa un’importante vittoria. Di seguito i dettagli.
L’algoritmo fallisce ancora
Ad aver sancito ancora una volta l’inefficacia dell’algoritmo è stata la sezione lavoro del Tribunale di Milano con sentenza datata 1 ottobre 2024. Come riporta Uil Scuola Lombardia il ricorso è stato innescato da un’insegnante di Matematica e Scienze, patrocinata dai legali del sindacato, Gianluca Blasi in collaborazione con Carmelo Spinella, a seguito dell’assegnazione dei posti ad aspiranti privi di prelazione e collocati in Gps con un punteggio inferiore. Le richieste della parte ricorrente si sono fondate sull’annullamento dei provvedimenti di attribuzione degli incarichi impugnati e sul riconoscimento alla professoressa, a titolo di risarcimento del danno, delle retribuzioni non percepite e del conseguente punteggio non riconosciuto. Il giudice ha accolto ogni richiesta.
Abele Parente, segretario della Uil Scuola Lombardia, ha commentato: “Quanto accaduto ai danni della professoressa di matematica dimostra, ancora una volta i limiti della procedura di assegnazione delle supplenze affidate all’Algoritmo che se non gestito correttamente crea disparità nel merito”. Il sindacalista ha colto anche l’occasione per rimarcare la necessità di un ritorno delle nomine in presenza. L’ennesima vittoria nelle aule di Tribunale denota del resto l’inefficacia e l’illegittimità dell’algoritmo.
“ La sentenza – spiegano i legali di Uil Scuola Rua Lombardia – ha dichiarato che le norme dell’ordinanza ministeriale, che regolano il sistema delle Gps e che consentono l’illegittima assegnazione di incarichi a danno dei soggetti meritevoli,
devono essere necessariamente disapplicate. Inoltre, il Tribunale ha condannato il Mim a risarcire interamente la professoressa riconoscendole tutte le retribuzioni omesse: incluso la tredicesima, ed il punteggio non maturato. “
“Confidiamo – conclude il Segretario Parente – che questa ulteriore ed autorevole pronuncia possa spingere il Ministero ad intervenire in maniera definitiva su un sistema che il Tribunale non ha esitato a definire incostituzionale”.