Continua a far parlare la vicenda di quel centinaio di docenti che, causa Covid, non avevano potuto svolgere la prova scritta del concorso ordinario per infanzia e primaria del 2020, ma che, a seguito delle prove suppletive predisposte grazie ad ordinanza cautelare favorevole del Tar, sono riusciti a superarle con successo entrando nelle graduatorie di merito e ottenendo l’agognato ruolo nell’a.s 2023/24. Il Consiglio di Stato però, adito dal MIM, con sentenza del 24 gennaio 2024, ha ribaltato l’orientamento dei giudici di primo grado annullando quelle prove suppletive e lasciando così a rischio licenziamento quegli insegnanti. Ora il comitato composto da questi docenti chiede l’intervento del Ministero.
Le richieste rivolte al Ministero
Il principio fatto valere nella motivazione dell’ultima sentenza di Palazzo Spada è quello secondo cui, sostanzialmente, non sussiste in capo alla pubblica Amministrazione alcun obbligo giuridico di prevedere prove scritte suppletive in ragione della impossibilità soggettiva di partecipare alla prova scritta calendarizzata. Ricordiamo infatti che nemmeno un evento di forza maggiore ammetterebbe la previsione di prove suppletive. A detta però del Comitato docenti a rischio licenziamento la motivazione fornita dal CDS non è in contraddizione con la possibilità di eccezionale previsione di prove scritte suppletive in ragione dell’impossibilità di partecipare alla prova, a causa dell’obbligo giuridico di quarantena trattandosi di impedimento oggettivo – per factum principis – disposizione eccezionale invocabile – come emerge dalla motivazione della sentenza del Tribunale amministrativo regionale – in costanza e nel particolare contesto della pandemia.
Al di là di tali considerazioni giuridiche, appare in ogni caso opportuno un intervento del Ministero, se non del Legislatore, inteso a normare una situazione di fatto divenuta paradossale, con evidente lesione del principio della continuità didattica. Proprio su quest’ultimo fa leva il comitato, dal momento che nell’evenienza in cui si dovesse concretizzare il licenziamento, tante scuole del territorio nazionale vedrebbero interrotta la continuità didattica nel bel mezzo dell’anno scolastico, con grave danno per alunni e famiglie .
Alla luce di tutto ciò il comitato dei docenti a rischio di licenziamento chiede al Ministro dell’Istruzione e del Merito di porre rimedio ad una situazione divenuta idonea ad arrecare pregiudizio ai diritti degli alunni, degli insegnanti e delle loro famiglie.