Entro il 31 dicembre il Governo dovrà approvare la Legge di Bilancio e, come ogni anno, quando si giunge al mese di ottobre, cominciano a trapelare le prime indiscrezioni, che a breve capiremo quanto siano fondate. La bozza della manovra dovrà essere consegnata a Bruxelles il prossimo 15 ottobre, mentre la sua forma definitiva si avrà intorno al 20-22 ottobre con l’approvazione del Ddl in Consiglio dei Ministri. Cosa si sa ad oggi di quanto potrebbe entrare in legge di bilancio? Facciamo chiarezza.
Legge di Bilancio: quali misure saranno adottate
Da tempo si parla di riduzione delle detrazioni fiscali da portare in dichiarazione dei redditi, riducendo la platea di bonus a cui erano stati abituati i cittadini italiani. Le misure poi da inserire in manovra sono molteplici, passando dalle pensioni alle tasse. Una certezza sembra venire sul fronte delle aliquote a 3 scaglioni, che saranno mantenute con una rivisitazione del secondo scaglione.
In cantiere sembrano poi esserci un rafforzamento dell’assegno unico e una riduzione delle tasse per le famiglie con figli, attraverso l’aumento delle spese detraibili in base al numero dei figli. Possibile anche l’estensione del bonus mamme alle lavoratrici a partita IVA con almeno due figli. Sul fronte lavoro si va poi anche verso la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, così come introdotto nel 2024. Tutto in ogni caso sarà finalizzato ad una riduzione del debito pubblico.
E per la scuola?
Sul fronte scolastico al momento non possiamo che basarci sulle dichiarazioni trapelate da parte del Ministro Valditara, il quale ha di recente espresso la sua volontà di voler incrementare nei prossimi anni le risorse destinate alla scuola, ribadendo la necessità di trovare soluzioni per gli idonei del concorso 2020, a rischio di perdere i finanziamenti del PNRR. Ma non solo. Il ministro ha anche sottolineato nuovamente l’impegno del Governo per una nuova e più adeguata definizione contrattuale. Ed infine è stato posto l’accento anche sulla carta del docente: Valditara starebbe pensando ad un’estensione anche ai docenti precari. Sembrerebbe tra l’altro che il MIM avrebbe già chiesto al MEF i fondi necessari per raggiungere questo traguardo.