ape sociale
Cartello Ape sociale

Per quanto non ci sia ancora nulla di certo nell’ambito della prossima Riforma delle pensioni, pare che il Governo con la nuova Legge di Bilancio voglia prorogare anche per il 2025 l’Ape sociale. Una misura di accompagnamento alla pensione, che al momento permette ad alcune categorie più ‘fragili’ di lasciare il lavoro con qualche anno di anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia.

Il rapporto annuale Inps

L’Ape sociale è una forma di accompagnamento alla pensione introdotta per la prima volta nel 2017. Secondo il rapporto annuale dell’Inps in sette anni, dal 2017 al 2023, sono state accolte oltre 113.800 domande su 165.890 presentate. Nel primo anno di applicazione della misura sono state sfiorate le 39 mila richieste. Con un numero medio di domande liquidate pari a circa 16 mila in tutto il periodo. I dati mettono inoltre in luce un elevato tasso di respingimento delle richieste. Nonostante si sia passati dal 50% medio del primo biennio al 22% del 2022.

La durata media della prestazione ha subito alcune oscillazioni nel corso del tempo (tra i 38 e i 42 mesi). Mentre l’onere mensile pro-capite è variato in media tra i 1.000 e i 1.100 euro. A livello geografico l’Ape sociale è stata richiesta in maniera piuttosto omogenea. Anche se la concentrazione più elevata si è registrata al Sud, dove è stato concesso il 31% dei sussidi. Per quanto riguarda le categorie dei beneficiari, a godere maggiormente del sostegno sono stati i disoccupati (64% delle domande accolte), seguiti dai caregiver (circa il 17%), dagli invalidi civili (11%) e dai lavoratori gravosi (8%). La percentuale di questi ultimi ha subito negli anni le oscillazioni maggiori anche per effetto dell’ampliamento della lista di lavori rientranti fra le cosiddette mansioni gravose.

Ape sociale 2025 verso la proroga?

Secondo quanto emerso finora, la prossima Legge di Bilancio non dovrebbe comportare particolari novità per le pensioni. Per quanto riguarda nello specifico l’Ape sociale, è altamente probabile che venga confermata anche per il 2025 alle condizioni attuali. Ciò significa quindi che anche il prossimo anno potranno lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi di età:

  • i disoccupati con almeno 30 anni di contribuzione;
  • i caregiver con 30 anni di contributi;
  • gli invalidi civili almeno al 74% con 30 anni di contributi;
  • i lavoratori gravosi con con 36 anni di contributi, che al momento della richiesta abbiano svolto mansioni gravose per almeno sei anni negli ultimi sette, oppure per almeno sette anni negli ultimi dieci.

Per maggiori informazioni non ci resta che attendere la presentazione della bozza della manovra finanziaria da parte del Governo.