Settimana corta per i dipendenti pubblici, a partire dal 2025, alcuni dipendenti pubblici potranno sperimentare la settimana lavorativa corta, con la possibilità di concentrare le proprie ore su quattro giorni invece dei tradizionali cinque. Il nuovo modello è previsto dal Contratto Collettivo Nazionale delle Funzioni Centrali, che introduce maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro e prevede un incremento medio lordo in busta paga di 165 euro. E la scuola? Potranno esserci degli adeguamenti, laddove sia possibile?
Settimana corta per i dipendenti pubblici e buoni pasto, anche in smart working
La sperimentazione manterrà comunque il monte ore settimanale invariato a 36 ore, ridistribuendole su meno giorni. La discussione sulla settimana corta è arrivata anche alla Camera il 28 ottobre, con le opposizioni (PD, AVS e M5S) che hanno proposto una riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio per le aziende. Tuttavia, l’emendamento presentato dalla maggioranza (FdI e FI) non è stato votato, mentre il nuovo schema di lavoro su quattro giorni è stato approvato in via sperimentale per alcuni dipendenti ministeriali. Oltre alla riduzione dei giorni in ufficio, il contratto potenzia lo smart working, con particolare attenzione ai lavoratori con fragilità sanitarie o con familiari disabili. Inoltre, il buono pasto sarà riconosciuto anche a chi lavora in modalità agile, a condizione che l’orario svolto corrisponda a quello previsto per il lavoro in presenza.
E nella scuola?
Ma il modello della settimana corta può essere applicato anche al personale scolastico? Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, sottolinea che in molte scuole i docenti già lavorano su cinque giorni settimanali. Dove ciò non avviene, la modifica dell’orario deve essere deliberata dagli organi competenti. Tuttavia, lo smart working non è compatibile con l’insegnamento, mentre potrebbe essere una soluzione per il personale ATA, che ha maggiore flessibilità nella gestione delle 36 ore settimanali, con possibilità di lavorare anche da remoto.
Pacifico evidenzia inoltre la necessità di aggiornare il CCNL in vista del rinnovo 2022-2024, introducendo buoni pasto per il personale scolastico – come già avviene per il resto della pubblica amministrazione – e affrontando il nodo delle disparità retributive. “Negli ultimi dieci anni – conclude il presidente dell’Anief – gli aumenti sono stati erosi dall’inflazione, con una perdita media di 6 mila euro annui rispetto agli stipendi percepiti nei Ministeri”.