Immissioni in ruolo docenti, l’avvio del nuovo anno scolastico, com’era ampiamente prevedibile, sta riproponendo le stesse problematiche degli anni passati. Dove ci sono le cattedre disponibili per le assunzioni mancano i candidati: così ci si ritrova con il quaranta per cento dei posti vacanti non coperti dalle immissioni in ruolo. Le cattedre verranno coperte dagli aspiranti inseriti nelle graduatorie, attraverso dei contratti annuali di supplenza. Una situazione che, puntualmente, si ripresenta senza essere ancora riusciti a trovare una soluzione.
Immissioni in ruolo docenti, Barbacci (Cisl): ‘Dare il ruolo ai docenti triennalisti inseriti nelle graduatorie provinciali’
Nel corso di un’intervista rilasciata al portale interris.it, la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha spiegato le problematiche legate alle immissioni in ruolo, ampliando poi il discorso sullo ‘status’ della professione insegnante. ‘I più giovani, e non solo, non ritengono più per tanti motivi questa professione allettante – ha puntualizzato Ivana Barbacci che ha indicato lo stipendio basso (rispetto alla responsabilità elevata) come uno dei motivi di questo ‘disamore’ per la professione. Al Sud, contrariamente a quanto avviene nelle regioni settentrionali, la domanda resta alta, ma l’offerta rimane molto bassa: molti di questi aspiranti docenti provano il concorso al Nord.
‘Spesso, però, quando risultano vincitori e arriva la nomina in ruolo – ha spiegato la leader sindacale – molti di loro decide di non accettare. Capita che alcuni di loro, all’ultimo, non se la sente, per motivi familiari, di compiere questo salto e decide di rimanere precario. Inoltre, c’è un altro problema centrale, quello della retribuzione troppo bassa, sopratutto rispetto al costo della vita che dovrebbero sostenere in alcune grandi città del settentrione’.
Estendere anche ai posti comuni le assunzioni da GPS prima fascia
‘Noi non possiamo tollerare che ci siano scuole con più del 50% del personale docente precario – ha denunciato Ivana Barbacci – per questo la nostra proposta è quella di dare il ruolo, oltre ai vincitori di concorso, anche a chi è nelle graduatorie provinciali, abilitati con 36 mesi di servizio. Perché tutto ciò avvenga serve urgentemente un intervento normativo che al momento è stato previsto, ma solo per i docenti di sostegno’.