L’applicazione delle nuove disposizioni del CCNL per i collaboratori scolastici, in vigore dal 1° maggio, ha suscitato ampio dibattito, soprattutto in relazione all’obbligo di assistenza igienica non solo per gli alunni con disabilità, ma per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia e primaria. L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) è intervenuta recentemente per chiarire tali responsabilità. Tuttavia, permangono controversie interpretative, soprattutto tra le principali sigle sindacali, e dubbi sulla necessità di formazione adeguata per il personale coinvolto.
Interpretazioni del CCNL: chi è responsabile dell’igiene scolastica?
Le nuove norme del CCNL hanno esteso l’obbligo dei collaboratori scolastici alla cura igienica di tutti gli alunni, indipendentemente da eventuali disabilità. L’Aran, in una recente risposta fornita a una scuola, ha chiarito che il personale ATA (CS) è contrattualmente obbligato a fornire assistenza materiale a tutti gli alunni delle scuole dell’infanzia e primaria, nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale. In questo:
- Flc Cgil sostiene che tale ampliamento di compiti rappresenti solo una formalizzazione di quanto già implicito nei precedenti contratti, e dunque non introduca un cambiamento sostanziale nelle mansioni dei collaboratori.
- Uil Scuola, al contrario, ritiene che l’obbligo fosse limitato agli alunni con disabilità e contesta quindi la nuova interpretazione, richiedendo un intervento formativo per garantire al personale le competenze necessarie a gestire le nuove responsabilità.
La sentenza della Cassazione e l’Aran: obblighi e conseguenze per il personale ATA
La decisione dell’Aran trova supporto in una sentenza della Corte di Cassazione (n. 22786 del 2016), che stabilisce come il rifiuto da parte dei collaboratori scolastici di svolgere compiti igienici possa configurarsi come un reato di omissione di atti d’ufficio. Tale posizione rafforza la necessità di conformità alle nuove direttive, lasciando poco margine di interpretazione al personale scolastico, che ora si trova vincolato a svolgere queste mansioni per tutti gli alunni.
Formazione specifica: un esigenza indispensabile
Ugo Previti, rappresentante sindacale della Uil, ha sottolineato come l’introduzione di nuove mansioni debba necessariamente prevedere percorsi di formazione specifica per i collaboratori scolastici, al fine di garantire competenza e professionalità. L’assenza di formazione adeguata può infatti esporre il personale a difficoltà operative e i bambini a rischi per la loro sicurezza. La preparazione richiesta dovrebbe includere aspetti pratici, tecniche igieniche appropriate e gestione delle emergenze.
La nuova interpretazione delle mansioni dei collaboratori scolastici solleva dubbi sia a livello di praticità, che di sostenibilità del servizio scolastico. Sebbene il chiarimento fornito dall’Aran abbia dissipato alcune incertezze, rimane aperta la questione sulla definizione dei percorsi formativi necessari.