I contratti relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e all’Agenda Sud sono oggetto di discussione. Il Segretario Generale della UIL Scuola, Giuseppe D’Aprile, ha scritto al Ministro Valditara esprimendo la sua preoccupazione per il ritardo nell’attuazione di tali accordi. Questo ritardo è considerato inaccettabile poiché mette a rischio il funzionamento delle scuole e il benessere del personale coinvolto, in particolare i collaboratori scolastici.
Il ritardo della proroga dei contratti ATA PNRR e Agenda SUD
I 14 milioni di euro stanziati per estendere i contratti dei collaboratori scolastici non sono sufficienti per coprire il ritardo accumulato. D’Aprile sottolinea che senza una proroga dei contratti fino al 30 giugno 2024, la questione dell’organico aggiuntivo degli Assistenti Tecnici Amministrativi (ATA) rimarrà irrisolta. D’Aprile ribadisce nella lettera che la situazione è urgente e richiede un intervento tempestivo. Molti collaboratori scolastici interessati alla proroga dei contratti si trovano in una situazione difficile, vivendo lontano dalla propria residenza abituale e non potendo pianificare adeguatamente il prolungamento del loro impiego.
Conseguenze anche sulle scuole
La tutela di questo diritto è una priorità e sarà ribadita anche durante la manifestazione del 23 aprile. Nonostante l’impegno del Ministro, i fondi promessi per la proroga dei contratti non risolvono il problema del ritardo che sta causando gravi conseguenze sulle scuole. La mancanza di direttive chiare sta impedendo alle scuole di gestire le loro attività amministrative e di soddisfare le legittime aspettative del personale. D’Aprile chiede un intervento immediato del Ministro per definire la situazione giuridica di circa 6.000 persone coinvolte.
La UIL Scuola continuerà a chiedere la proroga dei contratti fino al 30 giugno per tutto il personale interessato, insieme a un piano straordinario di assunzioni e all’ampliamento dell’organico ATA. Queste misure sono necessarie per garantire il corretto funzionamento delle scuole e per rispondere alle esigenze del personale coinvolto, che spesso si trova in una situazione precaria a causa del protrarsi dell’incertezza contrattuale.