La FLC CGIL lancia nuovamente l’allarme sugli stipendi del Personale ATA e sugli organici. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, la questione del rinnovo del contratto nazionale per il personale ATA rimane irrisolta, spiega il sindacato. Il contratto, scaduto da oltre due anni, riguarda il triennio 2022-2024, e il governo non ha ancora stanziato risorse adeguate per fronteggiare l’inflazione, che ha toccato il 18% nel periodo di riferimento.
Rinnovo contrattuale e inflazione: la crisi dei lavoratori ATA
La situazione attuale ha fortemente ridotto il potere d’acquisto del personale scolastico, in particolare dei lavoratori ATA, che vedono i loro stipendi iniziali fermi. “In particolare c’è un’emergenza salariale che riguarda il settore degli ATA le cui retribuzioni – si legge nella nota sindacale -, soprattutto nel caso dei collaboratori scolastici, sono alle soglie della povertà. Basti pensare che lo stipendio iniziale di un collaboratore scolastico è di appena 1.400 euro mensili lordi (neanche 1.000 euro netti!)”.
Precariato e necessità di potenziare gli organici
Oltre ai salari bassi, il settore ATA è afflitto da un elevato tasso di precariato, con oltre il 20% dei lavoratori con contratti temporanei. Secondo la FLC CGIL, il Ministero dell’Istruzione e il governo devono intervenire con urgenza non solo per aumentare gli stipendi, ma anche per stabilizzare oltre 45mila precari e rafforzare gli organici, garantendo il buon funzionamento delle scuole italiane. Solo così sarà possibile restituire dignità e valore al personale scolastico, con una retribuzione adeguata e un’organizzazione più efficiente.