Lettera in redazione: “L’istruzione in Italia sta vivendo un momento caratterizzato dall’attesa estenuante per l’emanazione dei decreti attuativi riguardanti i nuovi corsi di sostegno, previsti dai decreti legislativi 71/2024 e dalla legge 106/2024, destinati a chi ha maturato 3 anni di servizio sul sostegno negli ultimi 5 e per chi vanta una specializzazione sul sostegno conseguita in Europa. Questi provvedimenti sono fondamentali per garantire una formazione adeguata e qualificata agli insegnanti che si occupano di studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. Tuttavia, la lentezza burocratica sta creando un clima di incertezza e frustrazione tra i docenti e le istituzioni scolastiche.
Attesa estenuante per i decreti attuativi
Senza i decreti attuativi, i corsi di formazione non possono partire, lasciando i futuri insegnanti di sostegno in un limbo. La mancanza di chiarezza sulle tempistiche e sui contenuti dei corsi aumenta l’ansia e la preoccupazione, non solo per i docenti, ma anche per le famiglie degli studenti con disabilità.
Il Ministero dell’Istruzione è consapevole della situazione, ma le tempistiche burocratiche spesso si rivelano un ostacolo difficile da superare. In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni competenti accelerino il processo di emanazione dei decreti attuativi. La formazione adeguata degli insegnanti di sostegno è essenziale per garantire un’istruzione inclusiva e di qualità, come previsto dalle normative europee e dalle linee guida nazionali.
Necessità di superare il requisito dei 120 giorni
La legge 106/2024, di conversione del d. l. 71/2024, stabilisce i requisiti per poter accedere ai nuovi corsi di formazione per il sostegno e, per i titolari di titolo europeo, prevede che “In sede di prima applicazione, coloro che, alla data di entrata in vigore del presente decreto (ovvero, il 01/06/2024) ha conseguito un titolo di abilitazione sul sostegno presso una università (o altro organismo abilitato) estera legalmente accreditata in Italia e ha presentato una richiesta per il riconoscimento in Italia, può iscriversi ai percorsi straordinari per il sostegno da 30 CFU”. La stessa norma richiede, però, un’altra condizione per l’accesso ai corsi e cioè che i candidati in questione abbiano “pendente, oltre i termini di legge, il procedimento di riconoscimento del titolo di formazione ovvero […] in essere un contenzioso amministrativo per mancata conclusione, entro i termini di legge, del procedimento”.
Non è sufficiente quindi aver conseguito una specializzazione su sostegno tramite TFA all’estero ma occorre anche che alla data di entrata in vigore del decreto fossero decorsi il termine dei 120 giorni previsti per la conclusione del procedimento amministrativo per il riconoscimento.
Il requisito dei 120 giorni per accedere ai corsi Indire di specializzazione sul sostegno si sta rivelando sempre più inadeguato, soprattutto alla luce dei ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi necessari per l’avvio di tali corsi. Con oltre sei mesi di ritardo nella definizione delle modalità di attuazione, il termine di 120 giorni non solo risulta solo problematico, ma potenzialmente ingiusto.
Requisiti ingiusto
L’ingiustizia di questo requisito emerge in modo evidente quando si considera che, mantenendo questa soglia, si escluderebbero candidati che, pur essendo in possesso degli stessi titoli di coloro che vengono ammessi, gli stessi potrebbero trovarsi esclusi solo per pochi giorni di differenza nel computo dei 120 giorni. Inoltre, ci sono situazioni in cui alcuni candidati non hanno potuto presentare tempestivamente la richiesta di riconoscimento a causa di problemi non legati alla loro volontà, come il ricevimento tardivo della documentazione necessaria. Mentre alcuni aspiranti possono completare il percorso formativo in tempo utile, altri, a causa di fattori esterni e imprevisti, rischiano di essere esclusi da opportunità formative e professionali, nonostante abbiano titoli equivalenti.
Questo scenario crea una disparità ingiustificata tra i candidati, penalizzando coloro che, per motivi esterni e indipendenti dalla loro preparazione o impegno, si trovano a non soddisfare un requisito che, in un contesto di attese prolungate e incertezze burocratiche, appare sempre più obsoleto e inadeguato. È fondamentale rivedere questo requisito affinché non diventi un ostacolo all’accesso a percorsi formativi essenziali per il sostegno scolastico.
L’istruzione è un diritto fondamentale e non può essere compromessa da ritardi burocratici. È tempo di garantire che i decreti attuativi vengano emanati al più presto, permettendo così ai docenti di sostenere adeguatamente i loro alunni e contribuire a un sistema scolastico più inclusivo e preparato. La comunità educativa attende risposte, e la pazienza ha un limite.”
Antonella Pasquale