Aumenti di fine anno destinati a docenti e ATA: non si può non evidenziare la disparità nella distribuzione di tali incentivi. Il Decreto 145 del 18 ottobre 2023 ha finalmente aperto le porte a un assegno da 1.000 a 2.000 euro lordi per il personale scolastico, seguendo quanto stabilito dalla Legge 234 del 30 dicembre 2021. Tuttavia, emerge un’ombra preoccupante: l’insufficiente importo dell’assegno e l’assenza di disposizioni per i precari.

Aumenti di fine anno: il commento di Anief

Il sindacato Anief, guidato dal presidente nazionale Marcello Pacifico, ha sollevato giustamente questa questione, sottolineando che il debito accumulato dai lavoratori pubblici con lo Stato, secondo le loro stime effettuate, indicano che lo Stato dovrebbe erogare mediamente quasi 4.000 euro al personale scolastico, anziché i modesti anticipi. La somma data, non è sufficiente.

Disparità e ingiustizie

Una disparità evidente sorge riguardo all’assegno di fine anno, poiché i precari sono esclusi da questo beneficio. Il sindacato, in risposta a questa ingiustizia, ha avviato dei ricorsi per preservare il principio costituzionale della parità di trattamento dei lavoratori. Tale principio, sottolineato anche dall’Unione Europea, deve essere garantito a tutti i membri della comunità lavorativa. Va evidenziato che l’indennità vacanza contrattuale al 50% del tasso di inflazione programmata non è una concessione, bensì un diritto sancito dalla Legge.

I ricorsi in corso mirano a garantire il recupero di somme fino a 1.500 euro per tutti i supplenti che hanno prestato servizio dal 1° gennaio 2022. Le vittorie recenti ottenute dai giudici, dalle questioni relative alla Carta del docente alla ricostruzione della carriera, alimentano la speranza di un esito positivo anche per questa vertenza. La questione degli aumenti di fine anno per docenti e ATA rivela un panorama di disparità e ingiustizie che il sindacato Anief è determinato a contrastare. La lotta per preservare i diritti costituzionali e garantire un trattamento equo a tutti i lavoratori, inclusi i precari, è fondamentale.