Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente delineato nel corso di un’intervista a Il Messaggero, un piano per il miglioramento delle retribuzioni del personale scolastico italiano, un intervento che si estenderà fino al 2030. Il programma, che si articola in vari stadi, prevede aumenti di stipendi, sia attraverso il rinnovo dei contratti collettivi che tramite il taglio del cuneo fiscale.

Aumenti stipendi fino a 300 euro: la nuova LdB

Il Governo ha previsto un impegno economico per il settore pubblico, con risorse destinate al rinnovo dei contratti pubblici nei prossimi anni. Nella Legge di Bilancio 2025, sono stati stanziati fondi per il triennio 2025-2027, che garantiranno la continuità degli aumenti salariali fino al 2030. La Manovra 2025 prevede i seguenti stanziamenti per il rinnovo dei contratti pubblici:

  • 2025: 1.775 milioni di euro
  • 2026: 3.550 milioni di euro
  • 2027: 5.550 milioni di euro

Questi fondi sono destinati a garantire l’adeguamento degli stipendi del personale scolastico, attraverso un piano che si estende fino al 2030, assicurando un miglioramento delle condizioni economiche per i lavoratori del settore.

Il contratto 2022-2024: un aumento del 6%

Il Ministro Valditara ha fornito dettagli specifici sugli aumenti di stipendio previsti per il contratto collettivo 2022-2024, che vedrà un incremento del 6% sulle retribuzioni. Questo incremento è parte di un piano che mira a compensare la perdita di potere d’acquisto che il personale scolastico ha subito negli ultimi anni.

L’aumento salariale complessivo per il triennio 2022-2024 sarà pari al 5,4%, e si applicherà a tutte le categorie di personale scolastico, dagli insegnanti agli amministrativi, inclusi i dirigenti scolastici. In pratica, gli aumenti per il personale scolastico ammontano a circa 300 euro lordi al mese, secondo le dichiarazioni del Ministro.

Il taglio del cuneo fiscale

Oltre agli aumenti previsti dai contratti collettivi, il piano del Governo prevede anche un taglio del cuneo fiscale che inciderà sui redditi fino a 40.000 euro lordi. Questo intervento, che si aggiunge agli aumenti salariali, prevede un incremento stimato tra il 6% e il 7% delle retribuzioni. Il taglio del cuneo fiscale ha l’obiettivo di restituire potere d’acquisto ai lavoratori, in particolar modo a quelli con redditi medi.

Una delle motivazioni principali alla base degli aumenti salariali è il recupero del potere di acquisto perso durante il periodo 2009-2020, quando i contratti del personale scolastico erano rimasti bloccati. In questo arco di tempo, l’inflazione e la stagnazione salariale avevano ridotto il valore reale degli stipendi, motivo per cui il Governo sta ora intervenendo per riportare le retribuzioni a livelli più adeguati.