soldi pensionati
Calcolatrice e soldi

Come ogni anno, anche nel 2025 le pensioni andranno incontro ad un lieve aumento per effetto della perequazione, il meccanismo per cui annualmente gli importi vengono adeguati al costo della vita. A differenza, però, di quanto accaduto durante lo scorso biennio, il prossimo anno gli incrementi saranno piuttosto bassi.

Aumento pensioni 2025: come cambiano gli importi

Nel 2023 e nel 2024, a causa dell’inflazione galoppante, la percentuale di rivalutazione delle pensioni si è attestata rispettivamente al 7,3% (poi corretta all’8,1) e al 5,4%. Per quanto riguarda il 2025, l’Istat e la commissione europea hanno stimato una crescita dell’1,6%. Anche la rivalutazione degli assegni pensionistici sarà dunque più bassa. Senza dimenticare poi che la rivalutazione piena non spetterà a tutti, ma solo a coloro che ricevono un trattamento fino a 4 volte il minimo.

Pertanto, ipotizzando una percentuale di rivalutazione dell’1,6%, le pensioni minime andranno ad aumentare di circa 9,50 euro, passando così da 598,60 euro a 608,18. Chi percepisce una pensione di 1.000 euro ne riceverà 16 in più. Con un assegno previdenziale di 1.500 euro l’incremento sarà pari a 24 euro. Per le pensioni superiori a 4 volte il minimo, gli aumenti saranno ancor più ridotti. Per il momento queste sarebbero solo delle semplici stime. Il dato che però verrà comunicato a fine anno non si discosterà di molto dalle previsioni.

Forza Italia chiede di alzare le pensioni minime

L’aumento delle pensioni minime è uno storico cavallo di battaglia di Forza Italia, che verrebbe portarle a mille euro entro la fine della legislatura, come promesso in campagna elettorale. Al momento la proposta sembrerebbe tuttavia essere irrealizzabile alla luce delle scarse risorse economiche a disposizione dello Stato per la Manovra finanziaria 2025. Ad ogni modo, come riferito nelle ultime ore dal leader degli azzurri Antonio Tajani, la maggioranza starebbe “lavorando intensamente” su questo punto. In ogni caso, lui stesso ha dichiarato di essere consapevole del fatto che non sarà facile attuare tale proposta per via della situazione economica in cui si trova il nostro Paese.