Grazie al recupero dell’inflazione provvisoriamente fissato al 5,4%, a partire da gennaio le pensioni andranno incontro ad un nuovo aumento; in particolare per le minime ci sarà un ulteriore incremento per effetto della Legge di Bilancio 2023. Come cambiano, dunque, gli importi?

Aumento pensioni minime: nuovi importi aggiornati

Per effetto della rivalutazione dovuta all’inflazione nel 2024 anche i trattamenti minimi subiranno un incremento del 5,4% fino ad arrivare quindi ad un importo pari a 598,61 euro al mese. Le novità, però, non finiscono qua. Stando a quanto stabilito all’interno della Legge di Bilancio 2023, le pensioni minime avranno diritto ad un ulteriore incremento del 2,7%, portando così la soglia minima a 614,77 euro.

Nella circolare Inps si ricordano, inoltre, le percentuali di recupero dell’inflazione per ogni fascia di reddito, qual è l’importo minimo delle pensioni sociali fissato nel 2024 (440,42 euro al mese, vale a dire 5.725,46 in un anno), degli assegni sociali (534,41 al mese, cioè 6.947,33 in un anno) e l’importo annuo per il trattamento minimo delle pensioni per i lavoratori dipendenti e autonomi (7.781,93 euro equivalenti a 598,61 euro al mese per 13 mensilità). 

Le percentuali di adeguamento all’inflazione

Come precedentemente ricordato, nel 2024 la rivalutazione delle pensioni non sarà uguale per tutti, in particolare:

  • fino a 2.272 euro lorde: rivalutazione piena al 100% e quindi pari al 5,4%;
  • fino a 2.840 euro lorde: percentuale di rivalutazione pari all’85%, cioè del 4,6%;
  • fino a 3.408 euro lorde: percentuale di rivalutazione pari al 53%, cioè del 2,9%;
  • fino a 4.544 euro lorde: percentuale di rivalutazione del 47%, cioè del 2,5%;
  • fino a 5.679 euro lorde: percentuale di rivalutazione del 37%, cioè del 2%
  • oltre i 5.680 euro lorde: percentuale di rivalutazione del 22% pari all’1,2%.

Per molti pensionati ci sarà infine un ulteriore beneficio derivante dalle nuove aliquote Irpef.