Tutto pronto per il concorso di Religione Cattolica. A breve dovrebbero essere pubblicati i bandi, uno per la procedura straordinaria e uno per quella ordinaria. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il decreto ministeriale che funge da regolamento, per quanto concerne la procedura straordinaria. Nel decreto si chiarisce che i candidati avranno un mese di tempo per presentare la domanda secondo le scadenze che saranno contenute nei bandi. Complessivamente i posti in palio saranno 6.428, e saranno attribuiti al 70% al concorso straordinario e al 30% a quello ordinario. Se da un lato questo concorso rappresenta una conquista, arrivando dopo ben 20 anni dalla prima e unica procedura svoltasi nel 2004, sull’altro fronte stanno invece crescendo polemiche in merito al programma di studio allegato al citato decreto. Di seguito i dettagli.
Concorso Religione Cattolica, il programma che non piace
A destare malcontento è il programma della procedura straordinaria, considerata troppo corposa data la stessa straordinarietà del concorso, con particolare riferimento soprattutto alla richiesta della conoscenza della lingua inglese. Riportiamo di seguito la lettera della Prof.ssa Angela Loritto, della Segreteria Nazionale Confsal ANAPS, pubblicata sul sito della stessa organizzazione sindacale, e rivolta al Ministro Valditara e alla sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti:
“è ormai di pubblica opinione il documento che dovrebbe essere una anticipazione del prossimo bando di concorso straordinario per gli insegnanti di Religione Cattolica. Il documento ha creato malumore e sdegno.
Come Organizzazione Sindacale ci chiediamo quale mente abbia potuto concepire un simile programma che prevede lo scibile umano, più idoneo ad un concorso ordinario che non ad uno straordinario riservato ad una categoria di docenti per i quali non è stato bandito un concorso da 20 anni. Una categoria di lavoratori che, proprio per essere sempre al pari con i cambiamenti che la normativa scolastica imponeva, ha seguito corsi di formazione obbligatori organizzati dalle proprie diocesi.
La richiesta della conoscenza dell’inglese è assolutamente anomala, in quanto non prevista dalle Indicazioni Nazionali, mai le Diocesi hanno dato indicazioni in tal senso.
La nostra opinione è che chi ha voluto questi programmi, che sono la copia del concorso del 2004 aggiornati con la nuova normativa, abbia il solo scopo di creare panico tra i colleghi per spingerli a comprare libri e frequentare corsi e sottostare a squallidi ricatti.
Poiché il bando definitivo non è ancora stato pubblicato, chiediamo che ci sia una attenta e onesta vigilanza su chi dovrà stilare il bando, che tenga in considerazione a chi è rivolto.”