Soldi, 100 euro
Soldi, 100 euro

L’ex bonus tredicesima, ora convertito in un bonus una tantum da 100 euro, non verrà erogato automaticamente ai lavoratori dipendenti, ma sarà necessario richiederlo al proprio datore di lavoro. L’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo contributo per i lavoratori che arriverà con la busta paga di gennaio 2025: spetterà solo a chi rispetta determinate caratteristiche reddituali e familiari. Di seguito i modi, requisiti e tempi per riceverlo.

Bonus 100 euro: fascia di reddito e requisiti familiari

La somma del bonus 100 euro sarà destinata ai lavoratori con un reddito annuo compreso tra 8.500 e 28.000 euro. Contano i redditi dell’anno in corso, che non devono superare i 28.000 euro, e l’imposta lorda sui redditi da lavoro del lavoratore deve essere più alta delle detrazioni spettanti. La responsabile lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, evidenzia che il bonus non sarà concesso ai lavoratori dipendenti con reddito inferiore a 8.500 euro, anche se hanno coniuge e figli a carico.

Il lavoratore dovrà avere coniuge e almeno un figlio a carico. Saranno considerati anche i casi di nuclei monogenitoriali con almeno un figlio a carico. Il bonus non sarà erogato automaticamente con la busta paga, ma sarà necessario richiederlo al datore di lavoro. Sarà il lavoratore a chiedere il bonus, attestando per iscritto di averne diritto e indicando i codici fiscali del coniuge e dei figli (come il bonus mamme). L’indennità sarà erogata con la busta paga di gennaio 2025 e si stima che coinvolgerà 1,1 milioni di famiglie.

Detrazioni e aliquote fiscali

Nonostante la denominazione generosa, il bonus sarà soggetto alle normali ritenute fiscali e detrazioni, con un’aliquota di riferimento del 23%. Inoltre, l’importo spettante sarà proporzionale al periodo di lavoro, quindi i nuovi assunti riceveranno una somma inferiore. Se ad esempio un lavoratore viene assunto a luglio 2024, avrà diritto solo a 50 euro (sempre sottoposte a ritenute e detrazioni).

I sostituti d’imposta recupereranno il credito maturato in compensazione con le imposte e i contributi da versare, e saranno responsabili della verifica del diritto all’indennità. Saranno sempre i sostituti d’imposta a verificare in sede di conguaglio il diritto all’indennità ed eventualmente a recuperare l’importo già erogato.