NoiPa
NoiPa

Il bonus mamme lavoratrici 2024 per le impiegate statali è in ritardo, a differenza di quelle del settore privato dove l’erogazione procede senza intoppi. Ma si prevede un cambio di rotta a partire dal mese di maggio, grazie all’aggiornamento della piattaforma NoiPA. L’esonero contributivo riguarda le lavoratrici madri di tre o più figli, con l’aggiunta di quelle con due figli, ma solo per l’anno 2024. Si applica ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nei settori pubblico e privato, esclusi i rapporti di lavoro domestico. La presentazione delle domande è scaduta lo scorso 7 aprile.

NoiPA e il ritardo del bonus mamme

Fino ad ora, il bonus per le madri lavoratrici per le dipendenti pubbliche non è stato erogato, nonostante le numerose segnalazioni e lamentele sui social network. Il ritardo è stato causato dal mancato adeguamento del sistema di pagamento NoiPA per gestire le richieste di tale bonus. Attualmente, è stata implementata una nuova funzione nell’applicativo di Gestione Stipendi per inserire le informazioni necessarie.

Da maggio 2024 il bonus inizierà ad essere distribuito e, con la prima emissione, verranno corrisposti anche i pagamenti arretrati a partire da gennaio. Coloro che hanno inoltrato la domanda riceveranno il pagamento a maggio. Chi non ha agito in tempo per il pagamento di maggio, può comunque presentare domanda nei mesi successivi per ottenere gli arretrati. L’ammontare del bonus varia in base allo stipendio della lavoratrice, con un limite massimo di 3.000 euro annui, ossia 250 euro al mese.

Nessuna speranza per le lavoratrici precarie?

L’esonero contributivo per le mamme è disponibile per il personale a tempo indeterminato, coprendo i periodi di paga da gennaio 2024 a dicembre 2026, e per le madri di due figli, nel periodo da gennaio a dicembre 2024, fino al decimo compleanno del figlio più piccolo. I sindacati hanno espresso contrarietà per l’esclusione delle lavoratrici precarie a contratto a termine da questo incentivo, denunciando una discriminazione che colpisce chi già opera in condizioni di precariato e necessita di maggiore sostegno. Per questo motivo si stanno predisponendo i ricorsi.