Dopo la sentenza di Lodi dello scorso Novembre, arrivata in seguito al ricorso presentato dai legali Anief, stanno progressivamente aumentando le sentenze a favore di docenti e ATA precarie che si sono viste escludere dal bonus mamme, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024.
Bonus mamme: spetta anche a docenti e ATA precarie
Lo scorso mese di novembre il Tribunale di Lodi ha stabilito che il bonus mamme, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 per favorire le lavoratrici madri a tempo indeterminato con un esonero fino a 3.000 euro annui dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti, spetta anche alle lavoratrici a tempo determinato, per il principio di non discriminazione.
Dopo questa importante sentenza si sono moltiplicati i verdetti a favore delle lavoratrici precarie. Tra le sentenze che hanno dato ragione alle ricorrenti citiamo quella del Tribunale di Prato, su ricorso presentato dall’ufficio legale di Flc Cgil, quella del Tribunale di Alessandria, su ricorso di Uil Scuola, e quelle dei Tribunali di Biella, Vercelli, Torino, La Spezia e Catania, su ricorso dei legali Anief.
La soddisfazione dei sindacati
In seguito alla recente sentenza del Tribunale di Alessandria per il riconoscimento del bonus mamme a favore di una collaboratrice scolastica a tempo determinato, Uil Scuola ha espresso la propria soddisfazione, sottolineando come questo traguardo rappresenti “una conquista fondamentale verso la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo”.
Anche il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico ha commentato con gioia le sentenze a favore delle lavoratrici precarie della scuola assistite dai legali del giovane sindacato. “Queste sentenze confermano che abbiamo fatto benissimo ad avere avviato i ricorsi per le mamme precarie della scuola, quindi per docenti, collaboratrici scolastiche e assistenti nei vari ruoli delle sedi scolastiche. In attesa del parere della Corte Costituzionale, richiesto dal Tribunale di Milano, i giudici stanno dando piena ragione alle lavoratrici escluse dalla decontribuzione previdenziale, che le priva fino a 3 mila euro annui”. Pacifico ha voluto inoltre ricordare che “è sempre possibile aderire al ricorso e inviare la diffida per interrompere la prescrizione dei crediti vantati”.