Negli ultimi mesi, il tema dei buoni pasto per docenti e ATA, è tornato al centro del dibattito, evidenziando una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie del pubblico impiego. Parallelamente, gli aumenti salariali recentemente annunciati sono stati giudicati largamente insufficienti a fronteggiare l’inflazione e il crescente costo della vita, alimentando il malcontento del personale scolastico. Per fare il punto di questa delicata situazione, abbiamo intervistato Marcello Pacifico, presidente di Anief, che ha risposto ad alcune domande.
Buoni pasto per docenti e ATA: la situazione attuale
Presidente, la questione dei buoni pasto è molto sentita tra i lavoratori della scuola. Più volte si è parlato dell’intenzione di concedere questo benefits al Personale ATA: ci sono novità?
Sui buoni pasto c’è un ordine del giorno che è stato approvato durante l’approvazione della Legge di Bilancio che impegna il Governo a valutare l’opportunità di prevederli anche per il personale scolastico. Ricordiamo che il personale scolastico, nella Pubblica Amministrazione, è l’unico escluso da questa norma. Noi li abbiamo anche quantificati in 13,40 euro giornalieri. Dobbiamo pensare, ad esempio, che per il contratto privato dei Metalmeccanici la cifra può anche raddoppiare. Per cui, per noi di Anief, è una cosa sacrosanta che riguarda non solo il personale ATA, ma anche i docenti.
L’arrivo dei buoni pasto potrebbe in parte compensare l’aumento insufficiente degli stipendi?
I buoni pasto non possono compensare quanto manca agli aumenti degli stipendi. I buoni pasto sono il minimo sindacale che è pure previsto da una Direttiva Europea. Soltanto che la Direttiva in questione dice che sta alla contrattazione e al Governo stabilire le risorse in sede di Legge di Bilancio, per poi procedere alla contrattazione. Questo è il motivo per cui nell’ultimo contratto, nonostante abbiamo insistito per ottenere i buoni pasto fino all’ultimo giorno utile per la firma del contratto. Ma, non essendoci la copertura necessaria, non è stato possibile introdurli.
Gli aumenti contrattuali non soddisfano ancora l’inflazione. E’ anche vero che c’è una programmazione per i prossimi tre anni, così come è vero che la distanza che si è creata tra il personale della scuola e il personale delle Pubbliche Amministrazioni è avvenuta col contratto 2016/2018, quando Anief non era ancora rappresentativa e quando si formò un contratto che fece perdere più di 7mila euro ai soli dipendenti della scuola, rispetto agli altri dipendenti dei Ministeri.
Nel contratto successivo, che abbiamo sottoscritto anche noi, abbiamo cercato di recuperare anche i soldi rispetto all’inflazione. Abbiamo sbloccato e aggiornato tante cose, come il salario accessorio o l’indennità dei DSGA. E’ evidente che ancora le risorse non coprono l’inflazione che è programmata. Però siamo fiduciosi che nei prossimi anni, il Governo rimpingui il Fondo per recuperare l’inflazione e soprattutto continui a fare come nel precedente contratto, in cui è stato stanziato mezzo milione in più per il personale scolastico. Speriamo e crediamo che si debba continuare a procedere in questo modo, così da recuperare pian piano il gap rispetto agli altri dipendenti pubblici.
Basi per il futuro
Cosa avete intenzione di fare come Anief?
Abbiamo attivato l’indennità di vacanza contrattuale. Bisogna ricordare che quando il contratto è scaduto, si sblocca l’IVC. Ogni mese è un aumento, che per legge dovrebbe essere del 50% del costo dell’inflazione. Diciamo dovrebbe, perché purtroppo non è così in busta paga. Per questo abbiamo avviato dei ricorsi pilota in tribunale e abbiamo messo a diposizione una diffida per interrompere la prescrizione. Infine, ricordo che anche il 2013, dopo la sentenza della Cassazione, è recuperabile a tutti gli effetti per la carriera. E’ necessario, però, attivare le procedure per il recupero.