Lavorare a scuola può sembrare un lavoro appagante e stimolante, ma non è tutto oro quel che luccica. Dietro la facciata di insegnanti sempre sorridenti e pronti ad aiutare gli studenti, si nasconde spesso un livello di stress e pressione emotiva che può portare al burnout. In questo articolo vedremo cosa significa soffrire di burnout in ambito scolastico e quali sono le cause principali.
Cos’è il burnout?
Il termine “burnout” si riferisce a una condizione di esaurimento fisico e mentale causata da un prolungato periodo di stress intenso. È una situazione in cui una persona si sente sopraffatta, esausta e distaccata dalle proprie responsabilità lavorative. Sebbene il burnout possa colpire chiunque, è particolarmente comune in professioni che richiedono un elevato coinvolgimento emotivo, come quella dell’insegnante.
Quando parliamo di burnout a scuola, ci riferiamo a una situazione in cui insegnanti o il resto del personale scolastico si trovano ad affrontare un livello di stress tale da compromettere la loro salute e il loro benessere. Le lunghe ore di lavoro, la gestione di classi numerose, le pressioni da parte dei genitori e la mancanza di risorse possono tutte contribuire a creare un ambiente lavorativo insostenibile. Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo del burnout tra gli insegnanti e il personale scolastico. È importante riconoscere questi fattori per poter adottare strategie efficaci di prevenzione e gestione.
Le cause del burnout a scuola
Possono essere diverse le cause concatenanti che portano un lavoratore a scuola a essere fortemente sotto stress. Le più comuni sono:
- Carico di lavoro eccessivo: Una delle cause principali del burnout a scuola è il carico di lavoro eccessivo. Gli insegnanti spesso devono gestire una quantità immensa di compiti, dalle lezioni alla correzione dei compiti, dalla preparazione del materiale didattico alla gestione delle attività extracurriculari. Questo sovraccarico può portare a un senso di esaurimento e alla sensazione di non riuscire a stare al passo con le proprie responsabilità.
- Pressioni emotive: L’insegnamento non è solo trasmettere conoscenze; è anche gestire le emozioni degli studenti, supportarli nelle loro difficoltà e affrontare le sfide comportamentali. Queste pressioni emotive possono accumularsi, specialmente quando gli insegnanti si sentono soli nel loro ruolo o non ricevono il supporto necessario.
- Mancanza di supporto La mancanza di supporto da parte dei colleghi, della direzione scolastica o dei genitori può aggravare ulteriormente la situazione. Quando gli insegnanti non si sentono sostenuti o apprezzati, il loro livello di stress può aumentare, contribuendo al rischio di burnout.
Ricerche e dati sullo stress scolastico
Lavorare a scuola è stressante, e ora abbiamo anni di ricerche a dimostrarlo. Studi recenti e l’attenzione crescente dell’Unione Europea sul tema dello stress lavoro-correlato hanno reso noti i principali fattori che portano ai rischi psicosociali, al rischio di stress e a vari altri problemi di salute. I dati raccolti indicano chiaramente che presidi, insegnanti e tutto il personale scolastico, inclusi i DSGA e il personale ATA, sono sempre più a rischio stress.
La stampa specializzata, come Tuttoscuola, ha esaminato i fattori che possono indurre il burnout a scuola: richieste eccessive a cui non si riesce a far fronte, un ambiente lavorativo ostile, la mancanza di influenza su come viene svolto il lavoro, e la mancanza di supporto. Non va trascurata la presenza di comportamenti inaccettabili sul luogo di lavoro, come molestie e violenze, e il conflitto di ruolo o la mancanza di trasparenza nelle decisioni.
Un altro aspetto è la vita al di fuori del contesto scolastico. Molti insegnanti faticano a bilanciare le esigenze lavorative con quelle personali, e la mancanza di un adeguato equilibrio tra lavoro e vita personale può aggravare il rischio di burnout. Inoltre, la scarsa gestione del cambiamento all’interno delle scuole contribuisce a creare ulteriore incertezza e stress tra il personale. Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha sottolineato la gravità della situazione, criticando il silenzio delle istituzioni sui dati nazionali e la mancanza di risposte concrete per prevenire problemi di salute tra il personale scolastico. Secondo Pacifico, è urgente che il lavoro svolto in ambito scolastico venga riconosciuto come professione usurante, permettendo così un’uscita anticipata a 63 anni per docenti e personale ATA senza conseguenze sull’assegno pensionistico.
Attenzione alle conseguenze
Le conseguenze del burnout non sono da sottovalutare, poiché possono avere ripercussioni significative sia sull’individuo che sull’intero sistema scolastico. E in particolare:
- Effetti sulla salute mentale: Il burnout può avere un impatto devastante sulla salute mentale degli insegnanti o ATA. Ansia, depressione e disturbi del sonno sono solo alcune delle problematiche che possono insorgere. In casi estremi, il burnout può portare a un completo crollo psicologico, con conseguenze gravi anche sulla vita personale.
- Conseguenze sulla salute fisica: Aumento o diminuzione dell’appetito, problemi gastrointestinali, alcolismo e abuso di farmaci,
tachicardia, stanchezza cronica, sistema immunitario debole, problemi alla pelle e ai muscoli, ipertensione. - Effetti sulla qualità dell’insegnamento: Quando un insegnante soffre di burnout, la qualità del suo insegnamento ne risente. La mancanza di energia e motivazione può tradursi in lezioni meno coinvolgenti e in una minore attenzione ai bisogni individuali degli studenti. Questo può avere un impatto diretto sull’apprendimento degli studenti, che potrebbero non ricevere il supporto di cui hanno bisogno per eccellere. Inoltre, un insegnante esausto potrebbe essere meno paziente e più incline a conflitti in classe, contribuendo a creare un ambiente educativo meno sereno e produttivo.
Lavorare a scuola è senza dubbio una delle professioni più impegnative e, spesso, sottovalutate. Il burnout è un problema reale che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica degli insegnanti, nonché sulla qualità dell’istruzione fornita agli studenti. È essenziale che le istituzioni scolastiche, insieme ai governi e alle associazioni di categoria, riconoscano la gravità del problema e implementino misure efficaci per prevenirlo e gestirlo. Solo così si potrà garantire un ambiente educativo sano e produttivo.