Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara

Il calo demografico sembra sempre più pesare sul comparto scolastico. A risentirne sono in primis le iscrizioni, che nel corso degli anni stanno attraversando una brusca diminuzione. E l’immediata conseguenza sarà anche la progressiva minore necessità di personale. Uno scenario quindi piuttosto preoccupante quello che si va a delineare soprattutto guardando al futuro. Sul tema è intervenuto nelle scorse ore anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervistato a Il Messaggero.

Le drastiche conseguenze del calo demografico sulla scuola

I dati su cui il giornale ha posto l’attenzione riguardano soprattutto le scuole superiori, dove si è registrata una diminuzione di 50 mila iscrizioni rispetto all’anno scorso. Se poi si guarda al quadro complessivo mancano all’appello 130 mila studenti. La perdita di iscrizioni si registra a partire dal 2015-2016, quando si è iniziato ad avere 20 mila studenti in meno in classe, e da quel momento la curva è scesa in maniera costante fino ad arrivare ad oggi, in pieno ‘inverno demografico’.

Di qui le previsioni, confermate anche dal Ministro Valditara in occasione degli ultimi Stati Generali sulla natalità: se il calo demografico procederà incessante come sta accadendo finora nei prossimi 10 anni si perderanno quasi 1,5 milioni di studenti. Di conseguenza, anche il numero di cattedre potrebbe subire un calo.

Il colpo più duro si avvertirà nelle superiori, dove mancheranno circa 500mila studenti, equivalenti a un intero anno scolastico. Anche le scuole elementari, medie e dell’infanzia registreranno cali importanti, rispettivamente di 400mila, 300mila e 156mila bambini. I dati del prossimo anno scolastico dovranno essere confermati a chiusura delle iscrizioni.