In più articoli ci siamo soffermati sulla stesura dell’orario di sevizio settimanale che ogni docente è tenuto a seguire durante l’anno scolastico, in base al monte orario stabilito dal CCNL. Questa suddivisione oraria può subire modifiche, sopratutto durante le prime settimane di scuola, e in modo particolare quando ancora l’organico dell’autonomia non è del tutto completo. Però, anche quando diventa definitivo, può capitare che senza preavviso cambi a livello giornaliero. Cosa succede in questi casi? È legittimo questo cambio orario?
Il cambio orario è prassi legittima?
La modifica dell’orario di servizio del personale docente all’ultimo momento, vale a dire alle 8.00 del mattino, in linea generale non è una pratica legittima: il cambio di orario, sopratutto se comporta anche un cambio classe, non è motivata per accompagnare gli alunni ad una uscita didattica o per assistere ad una conferenza, sopratutto se decisa solo dal DS o dai suoi collaboratori, senza l’approvazione del Consiglio di classe. In questi casi, tra l’altro, la modifica può essere programmata per tempo, dal momento che gli impegni scolastici sono programmati per tempo e non stabiliti all’ultimo minuto. Lo diventa soltanto in presenza di particolari circostanze e se si presentano casi di emergenza. Per buona prassi, il dirigente scolastico dovrebbe comunicare il cambiamento con preavviso, almeno il giorno prima.
Quando la modifica dell’orario di servizio può considerarsi legittima
La modifica dell’orario di servizio può considerarsi legittimo nei casi in cui di un’assenza improvvisa di più docenti: in questa circostanza, la necessità di garantire l’attività didattica in tutte le classi può comportare la richiesta di modifiche dell’ultimo minuto all’orario settimanale dei docenti in servizio. Se questa modifica da parte del Dirigente Scolastico si verifica una tantum attraverso una richiesta formale con regolare ordine di servizio, il docente dovrebbe collaborare e acconsentire al cambio. Questo però non dovrebbe diventare una prassi e, sopratutto, non deve ricadere sempre sugli stessi insegnanti, come ad esempio i docenti di potenziamento e di sostegno (risulta molto più facile per loro dal momento che non hanno gruppi classi assegnati).