Anno scolastico 2024/2025: Marco Monzù Rossello, rappresentante e segretario regionale per la Lombardia Unicobas, commenta nella nostra intervista tutto quello che non va. Il suo giudizio sulla gestione del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara riguardo all’avvio dell’anno scolastico è severo. Tra carenze di personale, edifici scolastici fatiscenti e un piano di digitalizzazione fallimentare, Monzù denuncia una situazione caotica e mal gestita che mette a rischio il buon funzionamento del sistema educativo italiano.
Avvio anno scolastico 2024/2025: la crisi del personale scolastico e gli edifici scolastici
Questa intervista fornisce una panoramica delle criticità e delle sfide che scuole, insegnanti e studenti si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi. Di seguito l’esito del confronto con il rappresentante di Unicobas.
D: Come descriverebbe l’inizio dell’anno scolastico 2024/2025?
R: L’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 è un completo disastro organizzativo e gestionale. Le criticità sono emerse chiaramente, con il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara al centro delle polemiche. La situazione attuale è il risultato di una pessima programmazione e di decisioni politiche discutibili che hanno messo in crisi il sistema educativo italiano.
D: Quali sono i principali problemi legati alla gestione del personale scolastico?
R: La gestione del personale scolastico è uno dei nodi più critici. Nonostante le promesse di stabilizzare il precariato, migliaia di cattedre rimarranno scoperte, causando enormi disagi. Il piano di assunzioni straordinarie è stato un fallimento, con ritardi nei concorsi e una conseguente ondata di supplenze che minacciano la continuità didattica. A fronte di 64.156 posti vacanti, sono state autorizzate solo 45.924 assunzioni, lasciando scoperte 19.032 cattedre che saranno coperte da supplenti fino a un nuovo concorso previsto per ottobre. Questo problema è esacerbato dalle modifiche normative introdotte con la riforma del 2022 legata al PNRR, che hanno complicato ulteriormente il reclutamento del personale.
D: Quali sono le principali criticità legate alla riforma del reclutamento e ai concorsi?
R: Nonostante molti docenti abbiano superato i concorsi del 2020 e del 2024, non possono essere assunti, lasciando vacanti 19.000 posti. Le nuove regole di reclutamento si sono dimostrate inefficaci e prive di logica. Inoltre, solo il 50% dei concorsi si è concluso con la pubblicazione delle graduatorie, rendendo l’obiettivo delle 45.000 assunzioni quasi irraggiungibile.
D: E per quanto riguarda gli edifici scolastici?
R: La situazione degli edifici scolastici è altrettanto preoccupante. Molti istituti si trovano in condizioni fatiscenti, con ritardi nei lavori di manutenzione e problemi strutturali gravi. Le promesse di investimenti sono rimaste in gran parte sulla carta, e ciò mette a rischio la sicurezza di studenti e insegnanti.
La digitalizzazione fantasma e il sostegno
Quali sono le problematiche legate al sostegno per gli alunni con disabilità?
R: Anche quest’anno, prevediamo un alto numero di supplenze nel sostegno, penalizzando soprattutto gli alunni con disabilità. È cruciale garantire stabilità ai 100.000 posti creati annualmente in deroga, evitando di perpetuare una precarietà lavorativa diffusa. L’Unicobas ha più volte sottolineato la necessità di aumentare i posti di sostegno nell’organico di diritto, ma la vera sfida sarà vedere se il Ministro riuscirà a tradurre le parole in azioni concrete nella prossima legge di bilancio.
D: Come valuta il piano di digitalizzazione delle scuole?
R: Il piano di digitalizzazione annunciato dal Ministro si è rivelato un fallimento. I fondi stanziati sono stati insufficienti e mal gestiti, lasciando molti istituti senza i dispositivi e le infrastrutture necessarie. È un altro esempio di promesse non mantenute.
D: In conclusione, quale sarà l’impatto di questa gestione sull’anno scolastico 2024/2025?
R: L’anno scolastico 2024/2025 sarà segnato da una serie di problemi che evidenziano l’incapacità del Ministro Valditara di affrontare le sfide del sistema educativo. La mancanza di visione e una gestione disorganizzata renderanno questo avvio uno dei peggiori degli ultimi anni. Il Ministro deve riconoscere i propri errori e lavorare per risolvere una situazione che rischia di compromettere il futuro di migliaia di studenti italiani.