Non si fermano le criticità legate alle nomine da Gps. Dopo il caso eclatante di Brescia con docenti nominati e rimandati a casa, con successivo rifacimento delle nomine, situazione analoga è quella che si è verificata nelle scorse ore anche ad Ancona. In alcune province si è assistito inoltre all’assegnazione degli stessi spezzoni a stessi supplenti, e sono seguite proteste in province come Torino e Milano. Al di là delle eventuali inefficienze di alcune amministrazioni l’algoritmo continua probabilmente a non funzionare a dovere, e i docenti chiedono a gran voce il ritorno in presenza. Ma come funzionava prima il meccanismo? Vediamo i dettagli.
Nomine Gps: ‘excursus’ sulle convocazioni in presenza
Continua a non piacere la procedura informatizzata di assegnazione degli incarichi a tempo determinato dalle Gps. Ogni anno si assiste a disguidi, rifacimenti delle nomine, proteste, oltre a ricorsi per il solito problema, lasciato irrisolto, dell’algoritmo che non torna indietro a fronte di nuove disponibilità, penalizzando chi si trova ad occupare le posizioni più alte in graduatoria. Da tempo si chiede quindi un cambio di passo. Ma come funzionavano le convocazioni in presenza tanto richieste?
La procedura informatizzata è nata con l’avvento delle Gps, istituite a partire dall’O.M 60/2020. Prima di allora le supplenze al 31 agosto e al 30 giugno venivano assegnate, a livello provinciale, solo dalle Gae. L’assegnazione degli incarichi era sempre di competenza degli Usp che, una volta terminate le immissioni in ruolo, pubblicavano, con apposito avviso, la calendarizzazione delle convocazioni per le nomine a tempo determinato. Nella nota venivano indicati i docenti convocati per ogni classe di concorso, il luogo presso cui recarsi per conseguire la supplenza (solitamente presso lo stesso ufficio scolastico territoriale), la data e l’ora. Poche ore prima della convocazione l’Usp pubblicava anche una comunicazione con le disponibilità di posti rivolti agli incarichi al 31 agosto e al 30 giugno, oltre agli eventuali spezzoni. Una volta sul posto gli aspiranti, convocati in numero superiore in vista di eventuali rinunce, potevano assistere, in totale trasparenza, all’assegnazione delle supplenze. Chi non poteva recarsi sul posto poteva, nelle ore precedenti, inviare un modulo delegando una persona di fiducia o il Dirigente Scolastico che presiedeva le operazioni di nomina come indicato dall’ufficio scolastico di riferimento.
Terminate le operazioni ciascun Usp pubblicava l’esito delle nomine sempre sul proprio sito, rimettendo poi con liberatoria le cattedre residuali alle scuole per le convocazioni dalle graduatorie d’istituto.