Prosegue l’andamento positivo dei ricorsi presentati dai docenti precari per vedersi riconoscere la carta del docente. Un’altra vittoria è arrivata di recente a favore di una docente precaria che si è vista riconoscere 2 mila euro. Questi esiti non fanno che alimentare il continuo dibattito sull’importanza di far godere del ‘bonus’ in oggetto anche a chi non è di ruolo o non è in possesso di un contratto annuale al 31 agosto. Di seguito i dettagli.
Carta del docente, Pacifico (Anief): “Basta con le discriminazioni”
Stavolta è stato il Giudice del Lavoro del Tribunale di Castrovillari a riconoscere “il diritto della parte ricorrente a ottenere il beneficio economico della cd. Carta del docente e, quindi, del relativo bonus di € 500,00 per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021”, condannando “il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro pro tempore, all’attribuzione in favore della parte ricorrente della Carta Docente, secondo il sistema proprio di essa e per un valore corrispondente a quello perduto, oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito alla concreta attribuzione”, e condannandolo inoltre “al pagamento delle spese processuali”. Questo è quanto si legge nell’ultima (di una lunga serie) sentenza giunta a seguito del ricorso presentato da una docente precaria e patrocinato dagli avvocati Anief Ida Mendicino, Nicola Zampieri, Giovanni Rinaldi, Walter Miceli e Fabio Ganci.
Nella stessa sentenza, che ha portato al riconoscimento alla ricorrente di 2 mila euro, si fa inoltre leva sull’aspetto discriminatorio della mancata corresponsione della Carta del Docente al personale precario, ravvisando il contrasto degli artt. 3 e 35 della Costituzione, oltre alla violazione degli articoli 63 e 64 del CCNL di categoria che prevedono la centralità della formazione del docente.
Ne è seguito il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “la sentenza della Suprema Corte di Cassazione dello scorso mese di ottobre ha un peso specifico altissimo sulle decisioni che prendono i giudici del lavoro quando esaminiamo i ricorsi da presentare attraverso i legali Anief: si tratta di una posizione condivisa, nel 2022, anche del Consiglio di Stato e dalla Corte di Giustizia europea. È giunta l’ora di smetterla con le discriminazioni: i nostri docenti anche precari portano avanti la scuola italiana. Diamo loro il giusto riconoscimento”.