Come sappiamo, lo scorso lunedì 14 ottobre il Ministero dell’Istruzione e del merito ha finalmente riattivato la carta del docente per il corrente anno scolastico 2024/25: grazie anche all’intermediazione dei sindacati, i beneficiari potranno usufruire della cifra pari a 500 euro come per gli scorsi anni, cifra che non ha subito la decurtazione di 75 euro così come si era temuto. La questione, però, non è chiusa e già si palesa una sforbiciata dal prossimo anno in poi. Quale sarà, quindi, il futuro della carta? Facciamo il punto insieme qui di seguito.
Le novità sulla carta docente dal prossimo anno scolastico
In primo luogo, infatti, sembrerebbe che dal prossimo anno 2025/26 si effettuerà la tanto temuta, e scampata, sforbiciata alla carta docente: così come dichiarato da ‘Italia oggi’, infatti, l’importo subirà la decurtazione di 75 euro a partire da settembre 2025, per poi passare a 400 euro dal 2027 in poi. Del resto, ricordiamo che tale riduzione è stata prevista da un provvedimento adottato durante il Governo Draghi (nello specifico si tratta del decreto n. 36 del 2022). Ma in base ai rumors, altre sarebbero le novità in arrivo per la carta.
Il governo Meloni, infatti, starebbe lavorando ad un uno piano per riformulare in modo diverso la fruizione del bonus. A seguito delle tante truffe che si sono verificate da Nord a Sud a opera di insegnanti ed esercenti, infatti, l’esecutivo starebbe pensando di cambiare sistema. Ma il punto resta sempre quello: limitare le spese per sostenere gli alti costi previsti dalla Scuola di Alta formazione.
Le ipotesi che si starebbero vagliando sono molte, come limitare l’uso del bonus alla sola formazione, riducendone eventualmente anche l’importo, oppure anche vincolarne almeno il 50% a libri, musei e corsi di formazione. Molti hanno ipotizzato anche l’esclusione dell’acquisto di software o hardware.
Bonus in busta paga
In base a quanto riportato da ‘Il Giornale’, che a sua volta fa riferimento a fonti sindacali, il bonus della carta docente potrebbe finire direttamente in busta paga: il Ministero sarebbe già al lavoro per mettere in atto la modifica e ne starebbe valutando i possibili risvolti. Se finisse veramente nello stipendio, l’importo subirebbe un’ulteriore decurtazione dovuta alla tassazione: l’ennesimo schiaffo alla categoria docente.