Qualche mese fa abbiamo discusso della proposta di legge che mira alla ridefinizione dell’organico docenti nell’ottica di una piena corresponsabilità di tutti verso l’alunno certificato: l’obiettivo è quello di creare una cattedra inclusiva. La proposta di legge sottoscritta da Massimo Nutini, Evelina Chiocca, Raffaele Iosa, Paolo Fasce, Dario Ianes e presentata a Rimini lo scorso novembre durante il consueto appuntamento biennale promosso dal Centro Studi Erickson a Rimini, aveva già accolto tanti consensi: facciamo qui di seguito il punto della questione.

La proposta della cattedra inclusiva

Nella pratica la cattedra inclusiva vede i docenti, tutti, sia curriculari che di sostegno, fattivamente “agenti” del processo di inclusione scolastica dell’alunno con disabilità. Tutti gli insegnanti, pertanto, sarebbero impegnati in un incarico polivalente, parimenti distribuito durante le ore di servizio settimanale previste. Nello specifico, i promotori della proposta di legge hanno spiegato che “La norma produrrebbe una reale e piena attuazione della progettualità inclusiva anche attraverso una ridefinizione, in termini di corresponsabilità, come pure di professionalità, del personale docente, oltre a garantire la continuità educativo-didattica, questione frequentemente riproposta all’interno del dibattito generale”.

Il prossimo 25 gennaio, a Roma, si presenterà questa proposta secondo cui “a decorrere dal sesto anno scolastico successivo all’entrata in vigore della legge, nelle scuole di ogni ordine e grado tutti i docenti incaricati sui posti comuni effettuano una parte del loro orario con incarico su posto di sostegno, mentre tutti i docenti con incarico su posto di sostegno effettuano, anche nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto, una parte del loro orario su posto comune”.

Cosa prevede la proposta

Il disegno di legge incentrato sulla cattedra inclusiva prevede una fase transitoria, durante cui si attiveranno dei percorsi formativi nell’arco di 5 anni, grazie ai quali tutti i docenti potranno acquisire le competenze professionali necessarie per lavorare con tutti gli alunni della classe. Si istituiranno anche due nuovi organismi operativi, un “coordinamento pedagogico”, in ogni istituzione scolastica e un “coordinamento pedagogico territoriale”, che includerà i CTS, i CTRH, i CTI, le scuole-polo per l’inclusione e i GIT, gruppi non ancora operativi. Nelle prossime settimane scopriremo se il mondo della politica attenzionerà tale proposta di legge e come i sindacati potrebbero accoglierla.