L’indagine francese “L’intelligenza artificiale nell’educazione” condotta dall’istituto Sphinx in collaborazione con Compilatio tra oltre 5600 insegnanti e studenti rivela le paure ma anche le esigenze del mondo accademico e suggerisce proiezioni per un’evoluzione positiva dell’apprendimento. Di seguito i punti principali del comunicato stampa e alcuni risultati dell’indagine svolta.
L’indagine sull’intelligenza artificiale (ChatGPT)
I punti principali del comunicato stampa sono:
- Gli insegnanti hanno in gran parte poca familiarità con l’intelligenza artificiale: 2 su 3 non hanno mai utilizzato questi strumenti.
- L’utilizzo da parte degli studenti è ampiamente sovrastimato dagli insegnanti: 9 insegnanti su 10 pensano che gli studenti utilizzino l’IA per il proprio studio, mentre solo 1 studente su 2 afferma di utilizzare uno strumento di intelligenza artificiale generativa almeno occasionalmente.
- Esiste una diffusa preoccupazione per l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’apprendimento: plagio, violazione del copyright, disinformazione, compromissione del pensiero critico e creativo, ridotte capacità di scrittura, ecc.
- Quasi tutti d’accordo che l’uso dell’IA non dovrebbe essere vietato nelle università: quasi 2/3 dei docenti e degli studenti condividono la stessa opinione e sono contrari al divieto dell’IA.
- Unanime l’esigenza di regolamentare l’uso dell’IA generativa: il 93% dei docenti e il 79% degli studenti ritiene che ciò sia necessario affinché tutti sappiano cosa è accettabile/accettato e cosa non lo è.