Il problema delle cosiddette ‘classi pollaio‘ riguarda molte scuole d’Italia e in talune situazioni risulta davvero difficile poter svolgere una lezione, in un contesto ambientale particolarmente difficile. L’ultimo caso limite è quello che è stato raccontato da un professore che insegna presso l’istituto ‘Rosario Livatino’ di Palestrina, località situata in provincia di Roma.
Classi pollaio, la superficie dell’aula è di circa 60 metri quadrati con 31 studenti
Il professore racconta a Frosinone Today che non è assolutamente facile far lezione o ascoltare una spiegazione in un ambiente così angusto: circa 60 metri quadrati per una classe che conta trentuno studenti. Non si tratta di un caso unico, visto che nello stesso istituto, racconta il professore, vi sono altre due classi in cui il numero degli studenti arriva a 30 e in una di queste è presente pure un ragazzo disabile. Una situazione che viene definita insostenibile. ‘Facendo dei calcoli alla buona, dato che l’aula misura 63 metri quadrati – racconta il professore – risultano 1,9 metri quadrati circa ciascuno.
Il vecchio ma ancora vigente DM 18 dicembre 1975 prevede, fra i vari parametri sull’edilizia scolastica, una superficie minima di 1,96 mq per allievo. Dunque, nel caso specifico della mia classe, la legge dello Stato – sottolinea il docente – sarebbe “quasi” rispettata. Un po’ meno rispettata è invece la legge della decenza, dato che quella di 31 alunni non è l’unica “classe pollaio” dell’istituto. Non so quanti alunni devono essere presenti all’interno di una classe affinché questa possa essere denominata “classe pollaio”. La categoria “classe pollaio” – afferma con tono amaro il professore – non è stata ancora sistematizzata dal legislatore ordinario.
Sono costretto adesso a citare un’altra norma, parimenti importante – prosegue il docente – L’articolo 5 del complicatissimo DPR N. 81/2009 stabilisce che le classi in cui sono presenti alunni con disabilità siano costituite, di norma, con non più di 20 alunni. Ebbene, nella mia numerosissima ma bellissima classe di 31 alunni (una quinta che tra l’altro deve affrontare la maturità e che ha bisogno del massimo supporto didattico possibile), c’è anche un alunno con bisogni educativi speciali. Quindi qualcosa non quadra’.