Il Governo sta continuando a lavorare sulla Riforma pensioni 2025 ed entro ottobre dovrà presentare un documento in cui si delineano le linee guida in materia per il prossimo anno. Al momento sul fronte pensionistico le ipotesi più accreditate sembrerebbero essere Quota 41 contributiva, la proroga di Quota 103 nella versione attuale e l’uscita flessibile dai 64 ai 72 anni sulla base del modello della Legge Dini.
Come sarà la Riforma pensioni 2025?
Entro il prossimo ottobre le Camere attendono la presentazione della bozza della nuova Legge di Bilancio in cui saranno presenti anche le linee guida per la prossima Riforma delle pensioni. Al momento il cantiere è ancora aperto, pertanto non sappiamo con precisione quale misura andrà a sostituire l’attuale Quota 103. Tra le ipotesi in gioco ci sono:
- Quota 41 senza limiti anagrafici: si tratta di un cavallo di battaglia della Lega che permetterebbe ai lavoratori di accedere alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, in cambio però del calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro;
- Quota 103: un altro scenario possibile vedrebbe la proroga di Quota 103 nella versione attuale ancora per un anno, che consentirebbe il pensionamento con 62 anni di età e 41 di contributi;
- uscita flessibile dai 64 ai 72 anni: una terza via potrebbe essere quella proposta dal Cnel che prevede un ripristino della Legge Dini, ovvero un modello flessibile tra i 64 e i 72 anni con un assegno più alto in base al momento in cui si decide di lasciare il lavoro. In questo modo, si andrebbe a superare il sistema delle Quote.
Il futuro di Opzione donna e Ape sociale
Fra le misure pensionistiche in scadenza alla fine dell’anno ci sono anche Opzione donna e l’Ape sociale. Per ora il Governo non si è ancora espresso definitivamente in merito. Tuttavia, alla luce del progressivo inasprimento dei requisiti, le prospettive per il futuro non sono particolarmente rosee. Ad ogni modo, l’ipotesi è che entrambe le misure vengano prorogate anche per il 2025. Non si esclude, però, che la limitata disponibilità di fondi renda necessario un ulteriore restringimento dei requisiti.