Siamo ormai giunti agli ultimi giorni di lezione prima dello stop delle vacanze di Natale, attese sia da docenti che da studenti. Ogni anno, in questo periodo, si pone il solito dilemma sull’assegnazione dei compiti: meglio tanti o pochi? Come sempre i pareri sono discordanti all’interno del corpo insegnanti, variegati anche dal punto di vista espresso dai cosiddetti ‘esperti’, quali psicologi e pedagogisti. Quale opinione quindi predomina sul tema? Di seguito i dettagli.
Compiti vacanze Natale: come la pensano gli insegnanti?
La riflessione sul quantitativo dei compiti da assegnare durante le vacanze di Natale assume contorni diversi a seconda dell’ordine scolastico. In generale, però, in base anche a quanto si apprende dai commenti condivisi sul web, la linea che la maggior parte dei docenti intende adottare è quella che vuole assegnare i compiti senza però esagerare. Insomma, un modo per tenere in un qualche modo ‘allenati’ gli alunni senza al contempo ‘strafare’. Del resto si tratterebbe solo di uno stop di un paio di settimane, che potrebbe essere dedicato al riposo e alla ripresa delle energie. Alcuni insegnanti prediligono poi il filone del ripasso autonomo, senza assegnare specifiche attività, oppure quello della lettura, per arricchire comunque il bagaglio espressivo e terminologico.
Tra coloro che intendono assegnare i compiti c’è anche una tendenza a lasciare agli scolari (soprattutto della scuola primaria) uno schema con i giorni prestabiliti in cui svolgere ogni compito. Un modo, questo, con cui far imparare a organizzare il lavoro, stabilire una routine e a responsabilizzare gli studenti.
E gli ‘esperti’ cosa dicono?
Anche psicologi e pedagogisti non hanno mancato di esprimersi sulla questione. Qui il punto di vista è abbastanza netto: niente compiti durante le vacanze di Natale. C’è chi propone compiti “di realtà”, come il pedagogista Daniele Novara, ritenendo quanto possa essere più istruttivo andare ad una mostra, visitare un museo, leggere, viaggiare e intensificare le relazioni familiari.
Poi c’è l’idea dell’ozio filosofico: l’otium di Orazio, Ovidio, di Seneca, inteso non necessariamente come totale assenza di occupazioni, ma come un diversivo attraverso cui occupare il tempo, cioè dedicandolo alla lettura, alla creatività, alla riflessione personale. Questa l’opinione dello scrittore e docente Enrico Galiano.
E ancora, tra gli ‘esperti’ che di recente si sono espressi troviamo lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, il quale in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, ha sottolineato l’importanza di un riposo cognitivo per gli studenti durante le vacanze natalizie: “La scuola deve nutrire la mente, non soffocare l’anima“.