Con decreto n° 497 del 28 aprile 2020 era stata prevista l’emanazione di un concorso abilitante. Si trattava nello specifico di una procedura per esami finalizzata all’abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Per questo concorso, chi aveva deciso di presentare domanda di partecipazione si era ritrovato a versare la cifra di 15 euro a titolo di contributo di segreteria. Il concorso in questione, per motivi ignoti, è caduto nel dimenticatoio, complice la pandemia. Gli aspiranti partecipanti non si sono però nemmeno visti restituire quanto versato. In questi anni su questa procedura è caduto il silenzio, salvo sporadici interventi da parte di alcune sigle sindacali e associazioni. Nel frattempo la questione è stata portata nelle aule di tribunale, da cui giungono notizie positive.
L’intervento di Uil Scuola Rua
Lo scorso novembre a riportare alla ribalta la storia del concorso abilitante del 2020 mai svolto era stato il sindacato Uil Scuola Rua. Infatti il segretario nazionale Paolo Pizzo, in una lettera ufficiale indirizzata al Ministero dell’Istruzione e del Merito, scriveva: ” Nelle more dei percorsi abilitanti, quando verranno risarciti i partecipanti? In questi anni abbiamo assistito, nel merito, a un vuoto informativo da parte del Ministero dell’Istruzione. Se non avremo risposte, siamo pronti a adire le vie legali. A oltre tre anni dall’emanazione del decreto i candidati si trovano in un limbo di incertezza. Gli aspiranti, in possesso dei previsti requisiti, hanno presentato le domande di partecipazione nel giugno 2020, pagando anche il previsto contributo di segreteria, pari a 15 euro. Contributo che non è mai stato restituito nonostante il concorso non sia mai partito e le nostre ripetute sollecitazioni.“
Concorso abilitante 2020: il ricorso avviato da ‘Noi Scuola’
Negli ultimi 7 mesi è stata l’Associazione culturale e sindacale ‘Noi Scuola’ ad avviare una battaglia legale a tutela di alcuni degli aspiranti partecipanti del concorso abilitante 2020. Come apprendiamo dal COMUNICATO pubblicato dalla stessa associazione il ricorso è stato presentato al Tar Lazio il 30 giugno 2023 ed è stato patrocinato dall’Avv. Mariano Alterio. Sono stati 48 i docenti ricorrenti e la richiesta si è fondata sulla condanna del MIM allo svolgimento del concorso entro 30 giorni dalla sentenza. Il 27 novembre 2023 il Tar ha accolto il ricorso con la richiesta in oggetto, ma l’Avvocatura Generale dello Stato, in rappresentanza del MIM, il 22 dicembre 2023 ha presentato ricorso in appello al Consiglio dello Stato chiedendo l’annullamento della sentenza di primo grado. Contro il ricorso l’Avv. Alterio ha presentato in data 18 gennaio 2024 una memoria, in cui è stato richiesto il rigetto del ricorso in appello. Ieri, 24 gennaio 2024, giunge notizia che il Consiglio di Stato dichiara improcedibile il ricorso in appello, annulla la sentenza impugnata e condanna il MIM a rifondere in favore dei ricorrenti le spese “che si liquidano in complessivi euro 4.000, oltre spese generali, IVA e CPA”.