Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato i bandi relativi al secondo concorso PNRR. I requisiti per la scuola secondaria rimangono invariati rispetto al concorso precedente, ma vi sarà la possibilità di partecipare con riserva anche per gli iscritti ai percorsi abilitanti da 30, 36 o 60 CFU. Le novità rispetto alla prima procedura sono minime e il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 30 dicembre 2024. Non mancano le polemiche relative all’inutilità di un secondo concorso (con gli idonei del primo che reclamano giustamente i loro diritti), per non parlare della prova scritta che si preannuncia particolarmente ostica da superare.
Partito il secondo concorso PNRR: la prova scritta si preannuncia particolarmente selettiva
La prova scritta sarà particolarmente selettiva, con un limite di accesso alle prove successive fissato a tre volte il numero dei posti disponibili. In altre parole, e questa è una delle novità del secondo concorso PNRR, saranno ammessi alla prova orale solamente i candidati che avranno raggiunto almeno 70 punti, e il numero di candidati ammessi non potrà superare il triplo dei posti banditi per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto nella singola regione. Saranno ammessi anche coloro che avranno ottenuto lo stesso punteggio dell’ultimo candidato ammesso.
Anief: ‘Secondo concorso inopportuno, non è stato risolto il problema degli idonei del primo concorso’
Il sindacato Anief, commentando il bando, esprime diverse critiche sull’avvio di questo concorso, sottolineando che la prima procedura concorsuale è ancora in corso e che non sono stati risolti i problemi relativi al mancato inserimento dei candidati idonei nelle graduatorie di merito, che portano all’assunzione a tempo indeterminato. Anief ribadisce la necessità di stabilizzare progressivamente tutti gli idonei del primo concorso, ancora in corso in diverse regioni e per numerose classi concorsuali.
Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha dichiarato: “Avevamo previsto fin da subito che le tre fasi concorsuali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non sarebbero riuscite a risolvere il problema del precariato. Inoltre, non avrebbero consentito di portare tutti i vincitori e gli idonei in cattedra entro il 1° settembre. Speriamo che, in seguito alle interlocuzioni con gli uffici della Commissione europea, il Ministero dell’Istruzione e del Merito riesca almeno a garantire l’assunzione degli idonei del primo concorso, ancora in corso in diverse regioni e per numerose classi concorsuali.”