Ha suscitato non poco clamore la notizia di questi giorni che il Consiglio di Stato con ben due sentenze del 23.01.2024, mutando il proprio orientamento, ha annullato le sentenze del TAR Lazio che avevano ammesso oltre 300 docenti di scuola dell’infanzia e primaria a partecipare al concorso ordinario 2020. Le docenti, con l’assistenza dell’Avv. Isetta Barsanti Mauceri, del foro di Firenze, erano state costrette a ricorrere al TAR, in quanto il MIM, benché ci si trovasse ancora in piena pandemia, non aveva previsto la possibilità per coloro che avevano contratto il COVID o che si trovavano in quarantena, di svolgere prove suppletive. Il TAR dava loro ragione e le ricorrenti partecipavano al concorso; molte candidate lo superavano, entravano di ruolo e ottenevano pure la conferma in ruolo a seguito di superamento con esito positivo dell’anno di prova.

La decisione del Consiglio di Stato

Ebbene, il MIM interponeva appello e il Consiglio di Stato, con le sentenze del 23 gennaio scorso, pur consapevole della delicatezza dei valori costituzionali sottesi alla questione, ribaltando il proprio precedente orientamento, ha ritenuto tuttavia “prevalente l’esigenza di celerità e certezza dei tempi di conclusione delle procedure concorsuali in condizioni di parità fra i concorrenti secondo il superiore principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione ex art. 97 Cost., tenuto conto che non risultano espresse previsioni di legge che abbiano consentito, per il caso di specie, il differimento delle prove come richiesto dagli odierni resistenti”.

Il Consiglio di Stato, pur consapevole che siano in gioco diritti costituzionalmente protetti, nelle sentenze in commento ha fatto leva sulla circostanza che in altri concorsi statali le prove suppletive non erano state previste, senza però considerare che le ricorrenti, in quanto docenti, differentemente dai candidati di altri concorsi, nella quasi totalità di casi, avevano contratto il virus proprio in servizio e che, proprio in quanto docenti precari erano, una categoria particolarmente a rischio ed esposta al contagio. Neppure il Consiglio di Stato ha chiarito, per quale motivo, le precedenti pronunce erano state di segno opposto.

La posizione del MIM

È notizia del 7 febbraio scorso che il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nonostante la decisione del Consiglio di Stato, resosi conto degli effetti devastanti delle sentenze, non intenda per ora licenziare le docenti e intenda risolvere la situazione in qualche modo, auspicando anche un intervento normativo. E d’altronde questo è ciò che si augurano anche le docenti vittime della decisione del Consiglio di Stato, che rischiano il proprio posto di lavoro e che, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, contesteranno in ogni sede i licenziamenti, ricorrendo anche alla CEDU.

Avvocato Maria Rosaria Altieri