Il dibattito sul secondo concorso PNRR continua ad essere acceso, soprattutto con riguardo all’assunzione di tutti gli idonei, sia della procedura del 2020 che del primo concorso PNRR. Alcuni di questi docenti si stanno infatti apprestando a sostenere nuovamente prove già superate, nella speranza di riuscire stavolta ad arrivare all’agognato ruolo. I posti messi a bando sono piuttosto risicati, superando di poco le 19mila cattedre, e il precariato non accenna a diminuire. I sindacati continuano dunque ad appellarsi alla stabilizzazione di tutti gli idonei prima di bandire nuovi concorsi, pensando a sanare il precariato dilagante. Dura, in particolare, Gianna Fracassi, segretaria nazionale Flc CGIL, che ha parlato anche di “sperpero di denaro pubblico“.

“Idonei nel limbo della precarietà”

Per una manciata di posti è stata avviata la complessa macchina delle procedure concorsuali che l’amministrazione ha già dimostrato di non sapere gestire né governare”. Queste le parole di Gianna Fracassi (Flc CGIL) rese nel corso dell’intervista rilasciata nelle scorse ore a La Tecnica della Scuola. Il riferimento è ai ritardi che il primo concorso PNRR ha dimostrato, a seguito soprattutto delle difficoltà riscontrate nella costituzione delle commissioni esaminatrici e nell’espletamento delle prove orali. In alcune regioni e per alcune classi di concorso stanno infatti ancora proseguendo, ritrovandosi ad intersecarsi con l’avvio delle prove scritte del secondo concorso PNRR.

In tutto ciò si inserisce la questione degli Idonei, costretti a ripetere un concorso ‘gemello’ rispetto a quello già superato, e spesso anche brillantemente, con punteggi piuttosto elevati. Una situazione paradossale secondo la Flc CGIL, perché “siamo in presenza di elenchi infiniti di docenti che hanno superato precedenti selezioni concorsuali e che sono quindi in possesso di tutti i requisiti per essere meritatamente immessi in ruolo. Si tratta di un inammissibile sperpero di denaro pubblico, con l’unico risultato di lasciare nel limbo della precarietà migliaia di idonei e produrne di nuovi senza prospettive di stabilizzazione perché pochissimi saranno i vincitori rispetto all’ondata di nuovi aspiranti docenti che sosterranno le prove”.