La prova scritta del primo concorso PNRR è partita ieri per la scuola dell’infanzia e primaria, e prosegue oggi. Da domani, 13 marzo, si partirà con la scuola secondaria di I e II grado. Sulle date della prova orale non si possono fare previsioni e in ogni caso varieranno in base alle commissioni esaminatrici. Le intenzioni del Ministero restano comunque quelle di concludere il tutto a tempo per poter utilizzare le graduatorie di merito dei vincitori ai fini delle immissioni in ruolo dell’a.s 2024/25. Intanto si apprende che in Sicilia oltre 1000 candidati hanno preferito rinunciare a causa di sedi delle prove dislocate in luoghi troppo distanti.

Lezione simulata prova orale concorso.

Concorso scuola infanzia e primaria: molti candidati rinunciano in Sicilia

Appena erano stati pubblicati gli abbinamenti date, sedi e candidati per la prova scritta, su tutto il territorio nazionale erano state lamentate ubicazioni troppo lontane e spesso anche difficili da raggiungere. Questo problema si è mostrato fin da subito accentuato nelle isole, tra cui la Sicilia. In quest’ultima hanno presentato domanda di partecipazione circa 40mila candidati per 1000 posti. Gli aspiranti sono stati dirottati da un angolo all’altro della Sicilia, con molti insegnanti ragusani che dovevano recarsi a Palermo e trapanesi a Siracusa. Inevitabili le proteste, che hanno portato ad una pioggia di rinunce alla prova scritta della scuola dell’infanzia e primaria: si parla di oltre 1000 su 3.800 candidati. Le polemiche non hanno toccato il direttore dell’ufficio scolastico regionale della Sicilia Giuseppe Pierro, il quale ha dichiarato: “Questa polemica lascia il tempo che trova. In nessuna regione d’Italia si potrebbero fare gli esami sotto casa“.

La prova orale del concorso docenti.

Il commento di Rizza (Flc CGIL Sicilia)

Sul concorso docenti è intervenuto Adriano Rizza, segretario Flc CGIL Sicilia: “È evidente che l’attuale difficoltà a rientrare a casa, ha spinto la stragrande maggioranza degli aspiranti docenti siciliani a partecipare per i posti messi a concorso nella propria Regione e non nelle Regioni del Centro Nord dove ci sono più possibilità. La legge, infatti, obbliga i vincitori di concorso a rimanere nel posto in cui vengono immessi in ruolo per almeno 3 anni. Una norma, quella del vincolo, ingiusta e penalizzante soprattutto per i docenti meridionali che la Flc Cgil sta contrastando in tutti i modi possibili, ma che rischia di aggravarsi ulteriormente poiché le Regioni, grazie al disegno di legge a firma del ministro Calderoli sull’autonomia differenziata, avranno la possibilità di legiferare anche sulla mobilità sicuramente peggiorando l’attuale condizione”.