“Abbiamo deciso di bandire un nuovo concorso dopo 20 anni di fermo, nella consapevolezza che si tratta di una disciplina importante per la crescita degli studenti. Grazie a docenti competenti e motivati, avremo maggiori occasioni di approfondimento della nostra storia ma anche di confronto sui principi che rappresentano le radici della nostra civiltà“. Con queste parole il Ministro Valditara ha annunciato oggi la firma dei bandi del concorso ordinario di Religione Cattolica che andrà a coprire 1.928 posti (a cui si aggiungeranno 4.500 posti per la procedura straordinaria). Il suo entusiasmo non è stato però corrisposto dalla Flc CGIL.
Precariato e sempre più bassa frequenza all’Irc da parte degli studenti
La segretaria generale di Flc CGIL, Gianna Fracassi, ha commentato l’imminente avvio del concorso di Religione Cattolica spostando l’attenzione sulla ‘piaga’ del precariato, che da anni affligge il mondo scolastico (l’a.s 2023/24 vede infatti 250 mila precari a tempo determinato, comprensivo del personale sia docente che ATA), e sui numeri sempre più bassi di studenti interessati a seguire le ore Irc.
“Premesso che buona parte di coloro che sosterranno i concorsi per diventare docenti di religione sono precari, e siamo contenti che queste persone si stabilizzino, i concorsi di religione cattolica non sono però la risposta di cui ha bisogno la scuola. C’è un tema che si chiama precarietà ed ha numeri impressionanti”. La sindacalista ha poi aggiunto: “la frequenza dell’ora di religione cattolica da parte degli studenti è sempre più bassa.” I dati a cui fa riferimento Gianna Fracassi vedono 1.096.846 studenti che nell’a.s 2022/23 hanno scelto l’attività alternativa all’Irc, contro i 1.014.841 del 2020/21. Un passaggio quindi dal 14,07% al 15,5% in due anni.