Con le immissioni in ruolo da concorso PNRR 1 che molti Usr si stanno affrettando ad attuare per rispettare la ‘timeline’ del Ministero, si apprende come si intreccino storie di aspiranti che finalmente vedono realizzato il proprio sogno, e storie di chi dopo anni di sacrifici, dopo aver ottenuto abilitazioni ed essere risultato vincitore, preferisce rifiutare per principio o per delusione. “Ho vinto il concorso e ho rifiutato. Hanno messo a ruolo una cattedra di potenziamento. (…) Non si traduce con ‘docente’ ma con ‘tutto fare a disposizione della scuola’. Una vergogna derivante dalla buona scuola.” Questa è una parte dello sfogo di un insegnante che ha voluto condividere sui social la propria amarezza, dettata dal non poter insegnare sulla propria materia.
Cos’è il potenziamento?
Innanzitutto cosa significa posto su potenziamento? La legge n. 107 del 13 luglio 2015 (c.d ‘buona scuola’) ha dato discrezionalità al Dirigente scolastico di assegnare, in modalità intera o mista, i docenti dei posti comuni (detti anche “curriculari”), rientranti nell’organico dell’autonomia, alle cattedre di ‘potenziamento’ individuate nell’ambito della stessa scuola.
Tra le attività rientranti nel potenziamento troviamo:
- valorizzare e potenziare le competenze linguistiche (italiano, inglese, ma anche altre lingue dell’Unione Europea);
- potenziare le competenze matematico-logiche e scientifiche;
- potenziare le competenze nella pratica e nelle culture musicali, artistiche, cinematografiche e dei principali media;
- sviluppare competenze di cittadinanza attiva e democratica;
- sviluppare comportamenti responsabili nel rispetto della legalità e sostenibilità ambientale.
Se, da quello che si evince dalla normativa in questione, questo organico fungerebbe da strumento di integrazione, nella pratica però i docenti assegnati su potenziamento si ritrovano spesso ad essere utilizzati come ‘tappabuchi’ per le supplenze dei colleghi o a svolgere attività poco qualificanti o comunque lontane dall’obiettivo su cui si fonderebbe il potenziamento.
Ruolo su posto comune può essere anche su potenziamento
Quando si concorre per un posto comune (indipendentemente che si stia parlando di concorso oppure di una nomina su supplenza) va considerato che potrebbe anche trattarsi di potenziamento. Gli uffici scolastici infatti non fanno una sotto-distinzione all’interno dei posti su cattedra.
Non tutti gli insegnanti però, nel vedersi attribuire il potenziamento in sede di presa di servizio, accettano con entusiasmo l’idea di non poter svolgere a tutti gli effetti la propria materia, visto anche l’uso improprio che spesso si fa di questo organico. E così, sebbene possa apparire strano, si ritrovano anche testimonianze di chi rifiuta il ruolo. Ѐ quanto apprendiamo dal post di un docente neoimmesso in ruolo, in quanto vincitore dal concorso PNRR 1, che ha preferito rinunciare: “Ho vinto il concorso e ho rifiutato. Hanno messo a ruolo una cattedra di potenziamento. Com’è possibile? Praticamente dopo anni di supplenze, corsi abilitanti, titoli di studio ecc..vinco il concorso (due posti di AJ56 per tutto il Veneto) e mi ritrovo a non insegnare la mia materia ma a fare sostegno e supplenze. Prima di accettare assicuratevi che non ci sia questa magica parola, ‘potenziamento’, perché non si traduce con ‘docente’ ma con ‘tutto fare a disposizione della scuola’. Una vergogna derivante dalla buona scuola.“
Come accade in questi casi il popolo social si è diviso: alcuni si sono mostrati solidali col collega, criticando coloro che “accettano tutto, chinandosi al sistema, in nome del ‘posto fisso’; altri invece hanno ritenuto ‘folle’ rinunciare al ruolo, mettendo in dubbio la reale passione per l’insegnamento e la necessità di lavorare.