Tra polemiche e dibattiti non ci sono più dubbi sul concorso di Religione Cattolica, che sarà bandito con ogni probabilità entro fine febbraio. Dopo il parere positivo del CSPI e la firma dell’intesa tra MIM e CEI manca ormai solo il bando. Anzi, i bandi. Sono previste infatti due procedure, una ordinaria (a cui sono destinati poco meno di 2 mila posti) e una straordinaria (con cui saranno assegnati oltre 4 mila posti), per un totale di 6.400 cattedre. Facciamo di seguito chiarezza.

Concorso Religione Cattolica, i bandi

Come ha fatto sapere Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir, nel corso dell’intervista del 12 gennaio a La Tecnica della scuola, i due bandi del concorso di Religione Cattolica saranno pubblicati contestualmente. Ha però specificato che le due procedure seguiranno un iter diversoperché l’ordinario potrebbe essere un po’ più lento, mentre lo straordinario, che prevede solo la prova orale, dovrebbe procedere in modo molto più veloce”. Il sindacalista ha poi aggiunto: “Il concorso ordinario immaginiamo che entro un anno dal bando dovrebbe comunque concludersi, mentre lo straordinario assai prima: ci auguriamo che al primo settembre di quest’anno già un primo gruppo di docenti possa essere immesso in ruolo”.

Ricordiamo infatti che la procedura ordinaria sarà meno snella di quella straordinaria, prevedendo non solo una prova orale ma anche una prova scritta selettiva, probabilmente sottoforma di test a risposta multiple.

La lotta nei tribunali

Alla luce delle ultime polemiche che hanno attribuito al concorso straordinario di Religione Cattolica l’appellativo di ‘sanatoria’, come avvenuto tramite un articolo di Repubblica, Ruscica ha ripercorso il travaglio giudiziario che ha portato, dopo 20 anni, alla seconda procedura concorsuale nella storia per Irc. Il sindacalista ha infatti ricordato che si è arrivati alla sessione riservata ai precari dopo “il successo dello Snadir in Corte di Giustizia Europea, la quale nel 2022 ha riconosciuto per i docenti di religione gli stessi diritti dei docenti precari delle altre discipline ribadendo che il rapporto di lavoro dei docenti a tempo determinato oltre 36 mesi è un abuso, ancora di più perché la reiterazione delle supplenze per gli insegnanti di religione è in alto numero decennale se non ventennale. A quella sentenza ne sono poi seguite ben 47 della Cassazione”.

Nel mese di giugno 2022, il Parlamento ha inoltre recepito la sentenza delle Corte europea approvando il comma 2 dell’articolo 1 bis della legge 159. Ruscica ha infatti precisato: “la procedura straordinaria è riservata a coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio. Dovranno svolgere solo una prova orale: è la stessa modalità di esame utilizzata per i posti comuni nel 2018, questo è un notevole successo”.