Continua ancora a far parlare di sè il primo concorso docenti del PNRR. Oltre al malcontento generale sui ritardi nella fissazione dei calendari delle prove orali per mancata costituzione delle commissioni, si aggiungono anche segnalazioni su metodologie ‘anomale’ attraverso cui i candidati vengono esaminati. Si tratta di situazioni a macchia d’olio che però denotano un ‘modus operandi’ alquanto discutibile. Di seguito i dettagli.
Prove orali: le proteste di alcuni candidati
Poca trasparenza e interpretazione opinabile delle griglie di valutazione. Questi i principali punti oscuri segnalati da alcuni partecipanti alle prove orali. Dalle testimonianze emerse è risultato che alcune commissioni hanno preteso che ogni candidato portasse in sede di prova orale tutti i titoli culturali, inclusi quelli autocertificabili; altre hanno redarguito i candidati per non aver estratto la traccia della lezione simulata in presenza, quando nel bando di concorso è esplicitata la possibilità di farsi inviare la traccia all’indirizzo email indicato nella domanda di partecipazione al concorso; altre ancora hanno interrotto ripetutamente i candidati durante l’esposizione non per verificare conoscenze e competenze, ma nel tentativo di deconcentrare (come percepito dai partecipanti) spesso in correlazione all’età anagrafica.
Tutto questo, come ha messo in risalto a La Tecnica della Scuola il Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, sembra essere inoltre avvenuto nella maggior parte dei casi senza testimoni e senza avere la possibilità di contestazione nè di confronto, aggiungendo anche la ricezione tardiva dell’esito della prova sulla Piattaforma Concorsi e Procedure Selettive molte ore dopo, addirittura la sera se non il giorno successivo.