In queste ultime ore sta girando la notizia della denuncia di una madre, il cui figlio di 7 anni con disabilità nell’arco di poco meno di 5 mesi ha già cambiato ben 6 docenti di sostegno. Questo è accaduto in una scuola primaria di Gela, ma questa situazione evidenzia una problematica comune in diverse realtà scolastiche: la difficoltà di garantire la continuità didattica sul sostegno. La mancanza di stabilità degli insegnanti può avere ripercussioni significative sul percorso educativo e sul benessere emotivo dei bambini.

Denuncia della madre di un alunno con disabilità che ha cambiato 6 docenti di sostegno 

La madre del bambino ha sottolineato l’importanza di un insegnante di sostegno costante, che possa conoscere le specifiche esigenze del l’alunno e instaurare un rapporto di fiducia. Ogni cambio di docente comporta un nuovo processo di adattamento, il che può influire negativamente sulla motivazione e sull’apprendimento del bambino. “La figura dell’insegnante di sostegno è fondamentale per lavorare sugli obiettivi scolastici, ma anche per promuovere l’integrazione e il benessere del bambino all’interno del contesto classe”, ha spiegato la madre in un’intervista a Today24. Non è forse la scuola che dovrebbe far da collante e garantire docenti di sostegno adeguati? Non è forse la scuola che dovrebbe evitare di aumentare il disagio di un bambino che vede continuamente cambiare la sua figura di riferimento?”, si è chiesta la madre. 

Continuità didattica sul sostegno: la misura di Valditara comporta un altissimo rischio

Come sappiamo, uno degli obiettivi del Ministro Valditara è quello di garantire la continuità didattica sul sostegno: la misura, da lui proposta, dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno scolastico. In merito, però, vi sono già tanti dubbi e polemiche. Nell’appello che i docenti precari specializzati sul sostegno hanno rivolto all’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica possiamo infatti leggere:“Altissimo il rischio di introdurre meccanismi discrezionali nelle procedure di assunzione che riguardano una PA e conseguente messa in discussione della trasparenza che connota l’assegnazione delle supplenze dalle graduatorie provinciali. 

Si esautora il lavoro svolto in questi anni dal Ministero dell’Istruzione e dagli Uffici periferici sulla predisposizione di graduatorie valide, sui controlli dei titoli di accesso, sulla valorizzazione dei percorsi di specializzazione che danno accesso alla Prima fascia delle graduatorie. La misura proposta inoltre non risolve il problema principale ovvero la mancata continuità didattica nel settore del sostegno: la grande mole di posti in deroga (sono oltre 120 mila) determinano l’elevato numero di cattedre assegnate a supplenza, invece che a immissioni in ruolo”. Resta certo, comunque, che una simile situazione deve trovare soluzione e che a tutti gli alunni con disabilità si garantisca il diritto alla studio, che si realizza anche con la continuità dei propri insegnanti.