Percorsi Indire e specializzati su sostegno all’estero. Giunge in redazione la lettera che una docente indirizza la Ministro Valditara, con alcune osservazioni e richieste, tra cui lo slittamento del requisito dei 120 giorni. La docente è una sociologa specializzata in relazioni sociali, con un percorso formativo in Assistenza all’autonomia e comunicazione e oltre 8 anni di esperienza come docente di sostegno e assistente alla comunicazione per studenti con disabilità. Grazie alla sua esperienza personale come invalida, ho maturato una profonda empatia verso i più fragili.

Percorsi Indire, le richieste per gli specializzati su sostegno all’estero

Negli ultimi mesi, il MIM ha promosso iniziative significative, come i percorsi INDIRE ai sensi del Decreto-Legge 31 maggio 2024, n. 71. Questi percorsi rappresentano una risposta alla questione del riconoscimento dei titoli di specializzazione conseguiti all’estero, favorendo una maggiore inclusività nel nostro sistema educativo. Tuttavia, emergono ancora criticità che richiedono attenzione e azioni tempestive, spiega la lettera.

1. Slittamento del requisito dei 120 giorni

Attualmente, i percorsi dell’INDIRE escludono coloro che, pur avendo già conseguito il titolo estero e inoltrato domanda di riconoscimento, non hanno raggiunto i 120 giorni di silenzio amministrativo al 1° giugno 2024. Questa limitazione penalizza circa 11.000 docenti, nonostante il loro titolo sia pienamente valido secondo la normativa europea (Direttiva 2005/36/CE e sentenze della Corte di Giustizia UE). Si chiede, quindi, di posticipare il termine dei 120 giorni alla data di emanazione del decreto attuativo, consentendo l’accesso ai corsi a tutti i docenti in attesa di riconoscimento.

2. Moratoria sui rigetti delle domande di riconoscimento

Negli ultimi mesi si è verificata un’accelerazione dei rigetti da parte del Ministero, creando gravi conseguenze per i docenti e per gli studenti. I rigetti comportano licenziamenti ad anno scolastico iniziato, compromettendo la continuità didattica per gli alunni più fragili, che spesso dipendono da relazioni educative consolidate con i loro docenti. Questo pregiudizio va contro i principi di inclusività e rispetto per i diritti degli studenti con disabilità.

3. Parità di trattamento tra percorsi italiani ed esteri

I docenti che hanno conseguito il titolo all’estero non devono essere discriminati rispetto ai colleghi che hanno completato il TFA in Italia. Ogni percorso formativo, purché valido, contribuisce a creare professionisti qualificati. In alcuni casi, l’impossibilità di accedere al TFA italiano ha costretto i docenti a formarsi all’estero, spesso con sacrifici personali ed economici. Eliminare tali discriminazioni sarebbe un passo verso una scuola più equa e moderna.

4. Sospensione dei licenziamenti

È fondamentale che il Ministero garantisca una sospensione dei licenziamenti fino alla piena attuazione dei percorsi INDIRE, per evitare ulteriori disagi agli studenti e ai docenti. La continuità didattica è un pilastro dell’educazione inclusiva, e interromperla rappresenta un danno irreparabile per le persone più vulnerabili. LA LETTERA INTEGRALE.