Abilitazioni docenti, la riforma della formazione iniziale e del reclutamento docenti ha imposto dei cambiamenti sostanziali in merito ai requisiti di accesso ai concorsi, unica strada verso il ruolo. L’acquisizione dei 24 CFU era possibile fino al 31 ottobre 2022, poi è cambiato tutto con la riforma Bianchi e il requisito dei 60 CFU e i nuovi percorsi di formazione iniziale abilitante che, dal 1° gennaio 2025, diventeranno l’unico mezzo per poter avere accesso ai concorsi.
I docenti precari contro la mercificazione dei crediti: dai 24 CFU ai 60 CFU
I docenti precari sono passati dalla richiesta dei 24 CFU a quella dei 60 CFU. Se i 24 CFU rappresentavano un requisito necessario per accedere ai concorsi a cattedra, per iscriversi al TFA sostegno e alla seconda fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), questi non potevano garantire l’abilitazione all’insegnamento. Ora, invece, si è passati ai nuovi percorsi da 60 CFU come requisito per l’accesso ai concorsi, oltre all’inserimento in prima fascia GPS.
Percorsi abilitanti a ‘doppia velocità’: i docenti triennalisti ne pagano le conseguenze
Si è parlato molto, in queste ultime settimane, dei percorsi abilitanti a ‘doppia velocità’: chi possedeva già un’abilitazione, ha potuto conseguirne un’altra grazie ai percorsi abilitanti riservati, attivati lo scorso mese di febbraio. I percorsi abilitanti per i docenti ‘triennalisti’ e quelli ordinari da 60 CFU, invece, hanno ritardato in quanto i decreti attuativi hanno visto la luce solamente a fine aprile. Ragion per cui, moltissimi docenti triennalisti si sono visti scavalcare dai colleghi di ruolo che hanno potuto inserirsi in prima fascia GPS, grazie all’abilitazione ottenuta, in occasione della domanda di aggiornamento GPS, i cui termini scadranno fra poche ore.
Come riporta anche dinamopress.it, in un editoriale pubblicato oggi, 24 giugno, i precari puntano il dito contro l”inquietante sequel dei 24 CFU, franchising che si sta rivelando parecchio redditizio per le università e per gli enti di formazione privata. Pensavamo – scrivono i docenti precari – che l’incubo-abilitazioni fosse terminato con l’assurda fatica che fu, con il DL 59 del 13 aprile 2017, l’acquisizione dei 24 crediti “nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche” – un ritornello che ripetevamo con rassegnata ironia’. E invece così non è stato perché chi ha conseguito i 24 CFU si è sentito beffato dalla nuova riforma. Il passaggio alla riforma dei 60 CFU, infatti, si presenta come ‘la versione degenerata di quell’accanita mercificazione delle competenze inaugurata con i 24 CFU’.