Il comparto scolastico risulta essere il più numeroso di tutta la Pubblica Amministrazione, con con oltre 1 milione e 200 mila lavoratori (tra docenti, personale ATA e dirigenti scolastici). E di questo ben il 25% è precario. Questa situazione andrebbe sanata con provvedimenti straordinari e urgenti che adottino soluzioni di messa in ruolo utili a ridurre la supplentite e il dilagante precariato. Il sindacato Anief sarà presente con la delegazione Cisal domani, 20 maggio 2024, nel primo pomeriggio, presso l’Ufficio di Presidenza Integrato della V Commissione di Palazzo Madama, in occasione della quale esporrà le sue richieste d’intervento.
Decreto Coesione: la posizione di Anief in Senato
Adottare provvedimenti straordinari per la gestione dei dipendenti della scuola. Questa è sostanzialmente la richiesta di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. La posizione del giovane sindacato si tramuterà in appositi emendamenti che verranno presentati al Decreto Coesione (D.L n. 60/2024) entro il 28 maggio.
“Non è possibile continuare a gestire in questo modo un settore così importante e numeroso, il più folto della PA con il 25% di precari. Servono urgenti accorgimenti per assorbirli nei ruoli adottando le disposizioni normalmente attuate nei Paesi membri, ad iniziare dal doppio canale di reclutamento e quindi dall’utilizzo delle Gps per tutte le classi di concorso come per il sostegno agli alunni con disabilità”, spiega Pacifico.
Lo stesso ha poi aggiunto: “Con i fondi del Pnrr si è giustamente deciso di combattere la piaga degli abbandoni precoci della scuola? Bene, allora mettiamo a disposizione degli istituti le quote di risorse umane, docenti e Ata, di cui necessitano, soprattutto nei territori a più alto rischio dispersione, con elevata concentrazione di alunni alloglotti e con difficoltà di integrazione. È anche giunta l’ora di agire sul prolungamento fino al 2026 dei contratti, per tutta la durata del programma europeo di ripresa e resilienza, dei collaboratori scolastici assunti solo fino alla metà del prossimo mese. Come pure del riconoscimento dei titoli di studio, abilitazione e specializzazione su sostegno conseguiti all’estero.
Pensare di avere personale insegnante titolato e tenerlo fermo, con 250 mila posti che ogni anno continuano ad andare a supplenza annuale, costituisce un errore di fondo clamoroso che pagano prima di tutto i nostri alunni e studenti. Queste e altre richieste faremo a breve, attraverso appositi emendamenti, per migliorare il decreto legge Coesione; ne va di mezzo la qualità della didattica e dell’organizzazione delle nostre scuole.”